Ragazza sparita, il cugino ai pm: non c’entro

Ikram non ha voluto rispondere e dare notizie utili al ritrovamento. Secondo la procura avrebbe scavato la fossa della diciottenne

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di Alessandra Codeluppi

NOVELLARA (Reggio Emilia)

Una difesa granitica. Oppone un muro al dito puntato dalla Procura. "Non ho nulla a che vedere con la sparizione della ragazza". È quanto ha dichiarato Ikram Ijaz, il cugino 28enne di Saman Abbas, la ragazza pachistana di Novellara che si è opposta a un matrimonio combinato e per questo sarebbe finita in una trappola mortale tesa dai genitori e altri tre parenti. Ijaz, bloccato in Francia e poi consegnato all’Italia, è comparso ieri davanti al gip Luca Ramponi per l’interrogatorio di garanzia: collegato dal carcere di Reggio, si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha rilasciato dichiarazioni spontanee. "Ijaz ha manifestato l’intenzione di rendere dichiarazioni al pm più approfondite dopo un esame delle carte con noi due difensori e un maggiore confronto. Non parla l’italiano: ogni incontro dev’essere supportato da un interprete, quindi abbiamo bisogno di un po’ più di tempo", dicono gli avvocati nominati di fiducia Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella. Che annunciano "la sua volontà di spiegare i propri movimenti, sia in relazione ai giorni di cui si tratta (quelli della scomparsa di Saman, ndr), sia al suo allontanamento dall’Italia".

Il 28enne compare nel video insieme al cugino Nomanulhaq Nomanulhaq e allo zio Danish Hasnain, ritenuto esecutore materiale del delitto, mentre il 29 aprile – un giorno prima della sparizione della ragazza – si allontanano dalla casa di Novellara verso i campi con pale e un piede di porco: secondo la Procura i tre avrebbero scavato la fossa in cui seppellire Saman. Non solo: il fratello 16enne della ragazza ha anche raccontato che, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio, quando Saman cercò di allontanarsi da casa, intervennero anche i due cugini in ausilio dello zio chiamato dal padre. E che qualche giorno prima li vide tutti e tre – cugini e Hasnain – aggirarsi con una pala in mano, e lo zio declinò l’offerta di aiuto del 16enne, allontanandolo. "I due indagati (i cugini, ndr) – scrive il gip Ramponi nell’ordinanza di misure restrittive – non solo hanno cooperato nello scavo della fossa, ma hanno anche aiutato Hasnain nel bloccarla per poi ucciderla".

Di fronte a tutte le domande dei giornalisti sul passaggio in Francia di Ijaz, la sua volontà di aiutare a far ritrovare il corpo di Saman, il video, eventuali notizie date da lui sugli altri quattro irreperibili, gli avvocati hanno declinato: "Non abbiamo altre dichiarazioni da fare". Molto della strategia difensiva di Ijaz dipenderà anche da altri eventuali sviluppi investigativi. A oggi, il grande accusatore rimane il fratello minore di Saman: ha detto che lo zio Hasnain ha ucciso la sorella, secondo lui strangolandola, e che non ha voluto rivelargli dove fosse occultato il cadavere. Le ricerche a Novellara, intanto, continuano senza sosta.