Morì a 18 anni per aver rifiutato la chemio. Bufera sui genitori: tornano alla sbarra

Padova, erano stati prosciolti. "Ma sostennero le cure alternative"

Eleonora Bottaro

Eleonora Bottaro

Padova, 19 luglio 2018 - "La chemioterapia nelle persone dell’età di Eleonora ha un altissimo tasso di insuccesso. Eleonora è andata in Svizzera per sfuggire alla minaccia del tribunale dei minori. È stata assillata, tediata, è stata violentata da quegli esperti che non le davano tregua". Ne era sicuro Lino Bottaro quando, insieme a sua moglie Rita Benini, si batteva per consentire alla figlia Eleonora di curare un tumore affidandosi alla medicina alternativa. La studentessa di Bagnoli di Sopra, nel Padovano, affetta da leucemia linfoblastica acuta, morì il 29 agosto del 2016, due settimane dopo aver compiuto 18 anni. Una morte che, molto probabilmente, si sarebbe potuta evitare se alla ragazza fossero state garantite cure adeguate. Per questo motivo i genitori di Eleonora Bottaro, il prossimo 25 ottobre, dovranno comparire in tribunale per rispondere di omicidio colposo, aggravato dalla previsione dell’evento. È uno dei primi casi, in Italia, in cui una coppia viene rinviata a giudizio per aver negato cure salvavita a un figlio.

Una decisione che ribalta quella del giudice per le indagini preliminari Mariella Fino che, a dicembre dello scorso anno, in seguito all’indagine avviata dalla procura di Padova per far luce sulla morte di Eleonora, aveva prosciolto i genitori della ragazza ritenendo che "il fatto non costituisce reato". Il capitolo giudiziario per i coniugi Bottaro si è riaperto il 5 aprile scorso, quando il procuratore aggiunto Valeria Sanzani ha presentato richiesta d’appello alla Corte di Venezia. Al centro vi è una questione formale. Secondo Sanzani, infatti, la decisione del gup ha impedito che elementi essenziali a chiarire i fatti fossero adeguatamente esaminati in dibattimento. Quando la ragazza si è ammalata, nell’inverno del 2015, i medici dell’Oncoematologia pediatrica avevano consigliato a Eleonora, all’epoca minorenne, cicli di chemioterapia garantendo l’80% di possibilità di guarigione. Il tipo di leucemia di cui si era ammalata Eleonora guarisce, infatti, in quattro casi su cinque. Ma la giovane rifiutò le cure e, con il consenso dei suoi genitori, venne dimessa dall’Azienda ospedaliera di Padova contro il parere del personale medico. L’Usl segnalò il caso al Tribunale dei minori e ai coniugi Bottaro fu tolta la potestà genitoriale mentre Eleonora fu affidata alla tutela di un medico. Ma ormai era troppo tardi. I genitori della ragazza intrapresero una battaglia legale per affermare il diritto della propria figlia a decidere della sua vita. La giovane, intanto, in Svizzera, in una clinica di Bellinzona che consente terapie alternative veniva curata con una terapia a base di cortisone e, nelle ultime settimane, di dosi di vitamina C. "La leucemia è rigenerazione. È una fase di nuova vita: chi la supera diventa un uomo nuovo, chi non la supera muore", affermava il padre di Eleonora durante i lunghi mesi di malattia della figlia". Convinzioni che derivano dalle teorie di Ryke Hamer, un ex medico tedesco, morto lo scorso anno, radiato nel 1986. Arrestato, venne condannato per frode.