Raffineria di Priolo e il rebus embargo. Tre ipotesi sul tavolo, anche nazionalizzazione

La Isab è controllata dalla russa Lukoil: in caso di sanzioni sul petrolio, si dovrà intervenire. In ballo il futuro di mille dipendenti

Una cisterna di petrolio Lukoil a Bruxelles

Una cisterna di petrolio Lukoil a Bruxelles

Le autorità italiane stanno valutando la possibilità di nazionalizzare temporaneamente - esercitando il Golden Power - la raffineria di petrolio ISAB di Priolo, controllata dalla russa Lukoil, se verranno imposte sanzioni al settore petrolifero e del gas russo.  il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha smentito la possibilità di nazionalizzare, ma del tema si parlerà comunque nel Cdm di domani. "La nazionalizzazione non è all'ordine del giorno - osserva il Ministero dello Sviluppo Economico  - ma la preoccupazione per i risolti sociali però esiste ed è all'attenzione del Mise". Da quanto si apprende sarebbero tre le ipotesi sul tavolo. La prima è la nazionalizzazione, la seconda è un accordo con Lukoil affinché questa ceda la proprietà ad in investitore di un altro paese, la terza è un contratto di fornitura del petrolio da fonti non russe. 

ISAB, di proprietà della svizzera Litasco, a sua volta controllata dalla russa Lukoil, ha circa mille dipendenti ed è la più grande raffineria in Italia in termini di volume teorico di raffinazione: è di 19,4 milioni di tonnellate di greggio l’anno, che rappresenta circa il 22.2% di tutta la capacità di raffinazione del Paese. La raffineria,  che Litasco ha acquistato qualche anno fa dal Gruppo Erg, lavora attualmente  0,6 milioni di tonnellate  di greggio raffinato l’anno (il 13,6% del totale nazionale) ma con una capacità di raffinazione che, secondo i dati registrati dall’Unem,pari a poco più del 22,2% del totale del nazionale.Prima dell’operazione speciale in Ucraina, circa il 30-40% di tutto il petrolio proveniva dalla Russia e il resto dal mercato internazionale. Ma uno degli effetti dell’invasione russa dell’Ucraina è che ISAB è stata costretta a procurarsi quasi tutto il suo petrolio greggio dal proprietario russo Lukoil perché le banche internazionali non le forniscono più credito, anche se Lukoil non è attualmente soggetto a sanzioni. “Dato che non abbiamo credito a livello internazionale, non possiamo acquistare greggio da altrove”, ha detto a Reuters il vicedirettore generale dell’ISAB Claudio Geraci.

"Sulla Raffineria Isab dell'area industriale di Siracusa serve chiarezza. Il governo Draghi ci dica finalmente cosa intende fare del più importante polo energetico dell'Isola". È l'appello che il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha rivolto al premier e al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, a seguito del paventato rischio di chiusura della Raffineria Lukoil di Priolo, in applicazione delle sanzioni alla Russia, visto che quel Paese fornisce la totalità del petrolio lavorato. "Ogni scelta che il governo nazionale vorrà adottare - aggiunge il governatore siciliano - non può prescindere da una serena e attenta valutazione degli effetti che ne deriverebbero, in termini economici e sociali. Parliamo di centinaia di imprese e di migliaia e migliaia di lavoratori, tra diretto e indotto".