Quirinale, Letta apre alla Meloni Giorgia: né Mattarella bis né Draghi

Il segretario dem: "Coinvolgiamo l’opposizione". La leader Fd’I: "Non credo che il premier sia interessato"

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di Ettore Maria Colombo

"Per il Quirinale credo che le quotazioni di Mattarella siano molto alte, attualmente. Mi sembra la strada più facile, ma non la condivido. Draghi? Non lo vedo molto interessato…" dice la leader di FdI, Giorgia Meloni. La scelta per il nuovo capo dello Stato "veda l’opposizione coinvolta. Io ho fatto la mia parte sulla questione Copasir, sono stato tra quelli che hanno favorito il fatto che la presidenza andasse all’opposizione di FdI. Sono favorevole che la discussione (sul nome del nuovo inquilino al Colle, ndr.) comprenda FdI e finisca con un voto di tutti insieme" dice, di rimando, il segretario del Pd, Enrico Letta. E anche se lo stesso Letta ribadisce, in premesse, la posizione nota (quella della ‘moratoria’, che ri-declina così: "È un errore parlarne ora. Se passiamo mesi a discutere del Quirinale facciamo un danno al Paese"), l’apertura del leader dem alla Meloni è un dato di fatto politico destinato a fare rumore.

Sarà la serata, una di quelle serate da fine estate romane, in cui il caldo è mitigato dalla brezza del Ponentino. Sarà il luogo, la Casa del Cinema, a villa Borghese, luogo super radical chic, ritrovo preferito per artisti e intelletò. Sarà l’occasione, la presentazione del libro del giornalista del Corriere della Sera, Fabrizio Roncone, "Razza Poltrona", che fa incontrare, tra una tartina e un prosecco, tutta la ‘gente che piace’ e la ‘Roma piaciona’. Sarà merito dell’intervistatore, Alessandro De Angelis, vicedirettore dell’Huffington Post. Certo è che sia la Meloni sia Letta ‘s’allargano’, come si dice a Roma: offrono, cioè, la notizia che mette a rumore e scompagina i calcoli dei diversi Palazzi.

La ‘corrispondenza di amorosi sensi’, tra due leader che più agli antipodi non potrebbero essere – la Meloni, che da ragazza "ho fatto la cameriera", rivendica, "ecco perché ho detto che il reddito di cittadinanza è metadone di Stato" ed Enrico Letta che, invece, viene da alte scuole e alti studi – sboccia come un amore d’estate all’improvviso. Ovviamente, il ‘tema dei temi’ è sempre quello, il Grande Gioco per il Quirinale. Salvini pareva volesse ‘preservare’ Draghi dall’ingrato compito, ora invece vuole spedirlo al Colle per poi, appena possibile, andare a votare. La Meloni, più realista, che puntava allo stesso obiettivo, per ottenere, in cambio, elezioni politiche anticipate, cambia idea e ammette, appunto, che "le quotazioni di Mattarella per un bis sono molto alte, è la strada più facile", pur aggiungendo "non la condivido, forzare così le regole per la seconda volta (cioè dopo il bis di Napolitano, ndr.) per me non va bene. Sarebbe una grande vittoria della politica immaginare un Presidente che garantisce un sistema, su questo sono pronta al dialogo". Dialogo che, appunto, Letta prontamente raccoglie, invitando FdI (ma non, curiosamente, la Lega di Salvini con cui, pure, governa…) a ragionare insieme di Colle. Sarà dunque Mattarella a succedere a sé stesso? Facile a dirsi, meno a farsi. Mattarella, come ha più volte detto, non ci pensa neppure, al bis. I partiti dovranno inventarsi soluzioni alternative e, forse, immaginifiche. Il dialogo Pd-FdI già lo è.