Il professor Jacopo Tabolli, docente di archeologia all’Università per Stranieri, ha seguito la campagna di scavi al Santuario del Bagno Grande sin dall’inizio. E non è la prima volta che saluta una scoperta eccezionale. "Abbiamo rinvenuto 24 statue più grandi, ma ce ne sono altre più piccole. Saranno oltre cento, rappresentano Apollo, la dea della salute Igea e altre divinità minori. Assieme a nobili e personaggi di famiglie senesi, perugine e di altre zone. Il Santuario del Bagno Grande è un simbolo della transizione tra la fase etrusca e quella romana in questo pezzo di Toscana che resiste a Roma. Mentre altrove c’erano conflitti, qui famiglie etrusche e romane pregavano e andavano alle terme insieme. Si bagnavano nella stessa vasca. Era un’oasi di pace, un’area neutrale, un melting pot culturale".
L’eccezionalità del ritrovamento per Tabolli è dovuta al fatto che "dall’acqua e dal fango sono emersi reperti legati al contesto originale. Non si tratta ritrovamenti casuali, ma tutti connessi alla ritualità legata all’acqua. Una scoperta così inaspettata che dimostra che il Santuario è ancora più grande di come ce lo immaginiamo. E potrà dare altri risultati sorprendenti. Già quello che abbiamo scoperto darà materiale di studio per gli archeologi per i prossimi 40 anni". Ora le campagne di scavo si fermeranno, ripartiranno in primavera. "Nei prossimi mesi uscirà una pubblicazione scientifica, mentre con il Cnr di Firenze si analizzeranno materiali e tecnologie delle statue. Qui nasceranno un nuovo museo e un centro di ricerca internazionale per formare ricercatori".
Pino Di Blasio