Variante Delta, il medico: "Qui a Londra tanti contagi ma pochi ricoveri"

La testimonianza di un medico italiano nel Regno Unito. "Basta dire che la variante Delta è più pericolosa: i vaccini fanno la differenza"

Gran Bretagna alle prese con la variante Delta

Gran Bretagna alle prese con la variante Delta

"La variante Delta? Chiariamolo subito: più contagiosa sì, ma grazie ai vaccini non è più letale e nemmeno più pericolosa. Gli antidoti anti-Covid riescono a controllare morti e ricoveri, tenendo a bada la gravità della malattia. Ve lo dico da Londra: la mutazione che arriva dall’India non ci fa paura, nonostante il 60% della popolazione, a oggi, sia stata vaccinata con una sola dose". Taglia corto Pierluigi Struzzo, uno dei medici in prima linea che fino a pochi mesi fa ha somministrato il siero anti-Covid in Inghilterra. Ha fatto parte di quella schiera di Gp, General pratctitioner o medici di base in italiano, incaricati di vaccinare gli ultra 80enni dallo scorso dicembre. Struzzo, 68 anni, è di Udine e due anni fa si è trasferito a Londra dove adesso, dopo aver curato e guarito i pazienti Covid, continua a lavorare in ospedale.

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Dottore, esclude quindi che con la variante Delta si muoia di più?

"Lo escludo categoricamente. Così come non è vero che aumenta i ricoveri in ospedale".

Merito dei vaccini, diceva.

"Sono la nostra arma vincente. L’unica in grado di contrastare efficacemente i casi di malattia grave. Le due dosi proteggono dal rischio di un virus che può fare danni, evitando di fatto guai seri: cioè ricoveri e morti. In questi primi giorni della settimana, ad esempio, nel Regno Unito abbiamo avuto meno decessi di sette giorni fa e 206 ricoveri in meno".

I contagi però sono in aumento.

"Sì, è vero, sono in crescita, ma non è un fenomeno sorprendente: questa variante è più contagiosa del 60% rispetto alla versione inglese, quella precedente. Normale ci siano più positivi al tampone. Ma un conto è la positività, un altro la gravità".

Una sola dose, invece, protegge a sufficienza?

"Per la scienza le due dosi sono necessarie per abbattere il rischio di malattia grave, garantendo la possibilità di cavarsela con semplice raffreddore e mal di testa. I dati però ci confortano: qui a Londra, come nel Regno Unito, nonostante a oggi solo il 40% della popolazione abbia ricevuto il richiamo del vaccino, morti e ricoveri sono comunque in calo".

Nelle prossime settimane la Gran Bretagna si prepara a riaprire. Lo considera un rischio?

"Non smetto di ripeterlo: a fare la differenza sono i vaccini. Per chi ancora non è stato vaccinato, o per le categorie più a rischio, è sempre bene cautelarsi evitando i luoghi affollati e usando comunque la mascherina".

In Italia qualcuno riparla di possibili nuove chiusure.

"È l’eterno dilemma tra salute ed economia. Per una questione di lavoro e soldi richiudere non è più proponibile. Dobbiamo quindi ragionare con le armi che abbiamo: vaccini e dispositivi di protezione, sufficienti a tenere bassi decessi e ospedalizzati".

Teme un colpo di coda del virus in autunno?

"Credo proprio che il virus non smetterà di tormentarci. Proprio per questo è necessario velocizzare la campagna vaccinale, in modo tale da avere magari più contagi sì, ma decisamente casi meno gravi. Qui da noi il richiamo è stato accorciato, portandolo da tre a due settimane, anche per contrastare l’arrivo della variante Delta plus, più cattiva della precedente e già arrivata in molti Paesi, compreso il Regno Unito".

Sintetizzando, della variante Delta bisogna avere paura o no?

"È necessario tener presente alcune cose: mutazioni di questo tipo si formano abitualmente, ma è nella natura del virus cambiare e mutare. Ecco perché bisogna fare presto con le vaccinazioni: più velocemente immunizziamo, meno margini avrà il virus di variare".