Giovedì 18 Aprile 2024

"Quello Sherlock buonista" Elementare, causa a Netflix

Gli eredi di Conan Doyle: la serie sulla sorella Enola non rispetta il personaggio

di Riccardo Jannello

Hanno una denuncia per tutti gli eredi di Arthur Conan Doyle, l’indimenticabile creatore di Sherlock Holmes, morto quasi novant’anni fa, il 7 luglio 1930 a Crowborough all’età di 71 anni. La vicenda che si tinge di giallo questa volta riguarda una serie tv che Netflix ha in programma a settembre.

La piattaforma streaming ha prodotto infatti "I misteri di Enola Holmes", tratto dalla saga della scrittrice americana Nancy Springer che ha come protagonista la sorella minore di Sherlock. Sei romanzi scritti fra il 2006 e il 2010 inediti in Italia e pubblicati negli Stati Uniti da Penguin Random House, ognuno riguardante un caso che vede impegnata nella soluzione la giovane Enola che si appoggia spesso al più famoso fratello. Secondo gli eredi di Conan Doyle, lo Sherlock del telefilm non ha le caratteristiche dell’originale, non ha il cipiglio che ha fatto la fortuna dell’investigatore più famoso di sempre e "tradisce" ciò che l’ideatore ha concepito nei suoi quattro romanzi, 59 racconti e tre commedie che sono diventate opere di culto.

Nato nel 1887 ("Uno studio in rosso"), il personaggio è stato protagonista fino ai racconti "Il taccuino di Sherlock Holmes", del 1927. "Nell’opera di Atrhur – dicono i suoi eredi –, Holmes era un personaggio tipicamente british che nascondeva le sue emozioni. Quello interpretato da Henry Cavill è invece un detective che si emoziona molto di più tradendo le indicazioni di Conan Doyle, la cui proprietà intellettuale deve essere rispettata e utilizzata correttamente". A chi contesta che la protagonista della storia è la sorella minore Enola, viene risposto che Sherlock è continuamente in scena ed è fulcro del racconto.

Nella denuncia civile presentata al tribunale federale del Nuovo Mexico, gli eredi affermano che "persiste una violazione del copyright perché sono state copiate le storie di Sherlock Holmes protette dal diritto d’autore". A doverne rispondere sono oltre che Netflix e la produzione, il regista Harry Bradbeer, lo sceneggiatore Jack Thorne, la Springer e la casa editrice dei romanzi. Il povero Cavill se l’è cavata solo con una feroce critica, mentre non si parla né di Enola, interpretata da Millie Molly Brown, né della madre degli Holmes (Helena Bonham Carter). I difensori dell’ortodossia holmesiana non sono nuovi a manifestare la loro acrimonia nei confronti degli adattamenti delle storie di Baker Street. L’ultima volta, nel 2015, la protesta si riferiva all’anziano "Mr. Holmes" di Ian McKellen, ma tutto si risolse a tarallucci e vino.