Venerdì 19 Aprile 2024

Quell’incertezza sulle regole che ci penalizza

Paolo

Giacomin

incertezza del diritto, il barocco normativo e la burocrazia sono tra le cause della diffidenza a investire nel nostro Paese. Virtuosismi che volteggiano nella quadriglia del Superbonus, contradanza a conferma, per i malfidati, di un’Italia inaffidabile. E mica perché non si possa cambiare un Superbonus nato malconcio e cresciuto così così. È legittimo, se non doveroso. Ma non a lavori in corso, senza paracadute. Senza caschetti di sicurezza per famiglie, imprese, istituti di credito che, su una norma dello Stato, hanno fatto affidamento, costruito progetti, cercato soldi, affrontato assemblee di condominio. La confusione fa temere capitomboli e spaventa sia chi ci guarda da fuori, sia chi si trova impantanato nel sogno di un cantiere quasi aperto.

Quanto alle ragioni per cambiare lo sconto edilizio è utile vedere cosa ha funzionato e cosa no. Lo ha fatto, per esempio, il Politecnico di Milano nello

Smart Building Report 2022, redatto dall’Energy&Strategy della School of Management. Il sistema dei bonus edilizi, per esempio, ha fatto ripartire gli investimenti per migliorare l’efficienza degli edifici, in primo luogo energetica.

Gli incentivi – scrive Polimi – sono determinanti per centrare gli obiettivi europei di decarbonizzazione (il comparto edilizio è responsabile in Europa di circa il 40% dei consumi energetici). Lo stesso studio suggerisce, per esempio, di modificare, il Superbonus riducendo l’aliquota all’85-90% e rendendolo uno strumento stabile, con regole di ingaggio chiare. Quel che stona, infatti, non è il merito, ma il metodo. Quando si cambiano le regole in corsa, qualcuno può farsi male. È vero che – come Manzoni faceva dire ad Azzeccagarbugli – a saper ben maneggiare le grida, nessuno è reo e nessuno è innocente. Ma vaglielo a spiegare, a forestieri e italiani, che non siamo la patria del diritto e del rovescio.