Emergenza Covid: quelli che... potete scordarvi la normalità

Dai flirt estivi senza baci al rebus delle mascherine all’aperto: gli scienziati si dividono sullle abitudini del post pandemia

Ristoranti aperti a Roma (Imagoeconomica)

Ristoranti aperti a Roma (Imagoeconomica)

Lui e lei. Due ragazzi come tanti. Reduci da mesi in claustrofobia su Zoom. Si incontrano all’apericena nell’aria tiepida di primavera. Via la mascherina. Tartina da combattimento e calici levati. Poi sguardi rapiti, postura seduttiva, sorrisi rivelatori. Che succede una volta pagato il conto? La serata continua? E come? Gli indagatori del new normal – la nuova normalità – se lo chiedono con interesse multidisciplinare (e una punta di morbosità). Perché saranno i futuri comportamenti a definire la socialità post pandemica. Per ora, nessuno ha la risposta. I due giovani si daranno la mano, asseverando con un’occhiata complice l’avvenuta disinfezione al dispenser del bar? O per strada rimetteranno la mascherina e prima di baciarsi si scambieranno via smartphone il negativo del tampone o il pdf del Green Pass? Oppure si lasceranno guidare dalla passione (e da mesi di astinenza) verso un’intimità senza protocolli Covid? Gli esperti incombono.

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"Flirt estivi? Facciamolo, ma con progressione. È meglio, per tanti motivi", suggerisce (tra il serio e l’ironico) il virologo Fabrizio Pregliasco. "Quando arriveremo al 50% di vaccinati, ai quali aggiungiamo circa 4 milioni di guariti, rimarrà una quota di giovani che manterranno attiva la catena di contagio". "La probabile traiettoria per il SarsCoV2 è di diventare endemica a causa della diminuzione dell’immunità naturale, della copertura globale insufficiente dei vaccini eo dell’emergere di nuove varianti", riporta il panel di 26 scienziati interpellati dalla Ue.

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Misure di speciale cautela penetreranno nel vissuto delle persone? Di sicuro ballano miliardi che l’economia del divertimento e della socialità interpersonale rivorrebbe indietro. L’industria sanitaria è di altro avviso. Politica, scienza e psicologia comportamentale cercano così una strada sensata tra libertà, prudenza, fobie, catastrofismo. Se il presidente del Consiglio Mario Draghi dichiara, in vista della stagione estiva, che "ancora no", ma "tra un paio di mesi" toglieremo le mascherine, c’è chi, come l’infettivologo Andrea Crisanti, non vede tempi brevi: "Prima liberiamoci dal virus e poi verrà il momento dei dispositivi di protezione".

"Via l’obbligo della mascherina all’aperto per i vaccinati subito e a giugno anche per gli altri. Mi auguro che nel breve si possa tornare a fare tutto: cinema e teatri pieni, stadi con i tifosi", suggerisce Matteo Bassetti, primario al San Martino di Genova. Vaccinati senza mascherina? "Cosa facciamo? Gli appendiamo un cartello al collo con scritto ’vaccinato’? Non si capirebbe più chi non porta la mascherina perché può e chi perché non vuole. Ingestibile", è l’opinione avversa di Crisanti, il cui pessimismo è da tempo bersaglio satirico di Maurizio Crozza.

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La nuova normalità dev’essere ancora definita. Chi la conquisterà per primo forse imporrà un modello globale. "Negli Usa – avverte il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri –, laddove non c’è assembramento, può essere tolta". Una traccia di futuro, a pandemia non debellata. Ma "la decisione americana di togliere le mascherine ai vaccinati è convincente in quel contesto" vaccinale, relativizza Massimo Clementi, ordinario di virologia al San Raffaele di Milano.

Secondo l’antropologo Feliciano Tosetto (Istituto universitario Sophia), "siamo alle prese con una riorganizzazione collettiva dello spazio sociale", oscillante tra "paura dell’altro", "responsabilità verso l’altro" e "nuove forme di relazione". Tra dinamiche interpersonali secondo natura e interazioni tecnologicamente mediate, il cammino della nuova normalità è appena iniziato.

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