"Ciao, io sono Vincenzo. Cosa succede? Mi vuoi spiegare? C’è molta gente preoccupata qui fuori: posso aiutarti in qualche modo?". Cominciano così le missioni salva-vita dell’esperto negoziatore di primo livello dei carabinieri, Vincenzo Barone, 58 anni. Tra 45 giorni terminerà la sua carriera nell’Arma dopo aver fatto desistere decine e decine di persone dal togliersi la vita o dall’aggredire altre vittime. Il luogotenente Barone entra in scena quando la distanza tra la vita e la morte è impercettibile, e lui non ha margine di errore. Qual è il momento più critico in una negoziazione? "Il primo contatto e la resa – risponde Barone, di origini napoletane e in servizio nel Nucleo investigativo del reparto operativo di Bologna –. Un approccio sbagliato o un movimento incontrollato in uno scambio, possono compromettere la relazione costruita. Ma ogni fase è importante, il rischio di insospettire e far chiudere il soggetto è sempre alto". Qual è stata la sua missione più amara? "Era il 2016 e stavo negoziando da 3 ore con un uomo nel Duomo di Cervia. Non sono riuscito a convincerlo e alla fine si è tolto la vita sparandosi: mi trovavo con lui in chiesa, ci eravamo isolati dagli altri operatori". Cosa si prova a vedere un suicidio? "A un certo punto lui (Gaetano Delle Foglie, ndr) mi ha invitato a uscire in maniera diversa da come lo aveva fatto prima e lì ho capito. Se n’è andato in fondo all’altare, mentre io continuavo a chiamarlo per nome e, come aveva fatto in precedenza, si è puntato la pistola al petto. Ancora oggi faccio fatica a raccontare nei dettagli la storia. Anche se lui era un omicida, perché aveva ucciso una donna (Sabrina Blotti, ndr) di cui si era invaghito, io dovevo salvarlo. Se incontro qualcuno che gli assomiglia, quella terribile ...
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