Quei manager mandati a fare i facchini

Massimo

Donelli

Cercansi 100 manager disposti a fare i facchini. Non è un pesce d’aprile né il provino per un nuovo reality tv. No. È l’Sos disperato che Quantas, la compagnia aerea australiana, ha lanciato ai propri dirigenti per ovviare alla carenza di personale e rimettere ordine nel disastrato servizio bagagli. Stupiti?

Gianni Agnelli (1921-2003) inviò gli allora giovanissimi John e Lapo Elkann (oggi hanno 46 e 44 anni) a farsi le ossa in fabbrica sotto falso nome. John è stato operaio alla Magneti Marelli in Inghilterra e alla Fiat in Polonia, nonché venditore di auto in una concessionaria di Lille (Francia). Lapo ha lavorato alla catena di montaggio della Piaggio di Pontedera (Pisa) dove ha perfino partecipato con i colleghi a uno sciopero…

I dirigenti Disney, invece, spendono alcuni giorni della loro vita aziendale in uno dei dodici parchi sparsi nel mondo (dalla Florida alla Cina, dall’Europa al Giappone) travestiti da Topolino, Pluto, Minnie, Paperino o Pippo per conoscere da vicino i clienti, cioè bambini e genitori. Sudano come bestie infagottati nei costumi. Non possono parlare. E debbono conoscere le varianti internazionali del nome del personaggio cui prestano il corpo per essere pronti quando un bimbo li invoca: Pippo, infatti, in inglese è Goofy, in francese Dingo, in portoghese Pateta…

Utile tutto ciò? Se il lavoro nobilita l’uomo, quello pesante arricchisce (culturalmente, professionalmente, umanamente) il manager, strappandolo al mondo autoreferenziale delle riunioni e dei fogli Excel per immergerlo nella realtà. Infatti, sapete quando e dove Bernardo Caprotti (1925-2016), patron di Esselunga, riuniva i dirigenti? Il sabato mattina, in piedi, fra i clienti del supermercato di viale Piave, a Milano. Mentre loro si scambiavano informazioni, lui riordinava gli scaffali, sistemando al meglio lattughe e peperoni. Che lezione, eh?