Giovedì 18 Aprile 2024

Quei laureati all’università di Facebook

Giorgio

Comaschi

Certo dev’essere dura essere un medico oggi. Hai studiato quasi dieci anni, hai fatto delle specializzazioni, hai partecipato a convegni di aggiornamento, sei diventato un professionista seguendo sempre la tua aspirazione iniziale, cioè quella di aiutare la gente che sta poco bene e cercare di guarirla. Adesso il salumiere, la portinaia, il droghiere, la donna delle pulizie, l’avvocato, il corriere, il bancario ne sanno più di te. E ti dicono come devi curare le persone. È esplosa anche la moda del rifiutare le cure. "Lei deve prendere questa medicina, eccetera e eccetera". Risposta: "No. Io non la prendo". "Lei prenda un aspirina alla sera…". "No. Mi rifiuto di prendere aspirine". Si legge che molte persone che vengono ricoverate, magari anziane e con limitato bagaglio di cultura, vengono accompagnate dalle telefonate del figlio, della nuora, della sorella, del salumiere sotto casa appunto che, al cellulare, ordinano al medico come le deve curare, i tipi di medicine e tutto quello che ne consegue. Quindi, dieci anni di studi buttati via. Ma questo succede per tutte le categorie. Se un elettricista con anni di esperienza, o un idraulico o qualsiasi artigiano, va in casa di una persona per rifargli l’impianto, troverà il proprietario che gli dirà come deve fare, che tipo di piattine e quali interruttori dovrà usare. La soluzione insomma è lì a portata di mano. Sotto casa. Avete un esperto per tutto. Se volete sapere quanto durerà il virus, che effetti indesiderati può avere, le statistiche mondiali, chiedete al barista, al tassista, al fabbro. Lui lo sa. Sono laureati. Ma non non in quelle università inutili e obsolete che non hanno più niente da insegnare. Sono laureati all’Università di Facebook, la migliore, la più accreditata, la più competente, la più credibile. Non esiste più il: "L’ha detto il medico", "L’ha detto il professore", perfino il classico: "L’ha detto la televisione". No. "L’ha detto Facebook". E allora siamo tranquilli.