Martedì 16 Aprile 2024

Quei calciatori strapagati e la morte del buon senso

Leo

Turrini

Trenta milioni di euro netti, più o meno. All’anno. È questo l’ammontare dello stipendio che gli sceicchi di Abu Dhabi, proprietari del Manchester City, verseranno sul conto in banca di tale Haaland. Ottimo, anzi, irresistibile centravanti nordico. Uno che di sicuro ha già cambiato la storia del calcio, prima ancora di aver vinto qualcosa di importante.

Qui e ora, dobbiamo intenderci una volta per tutte. Risparmierò al lettore la tirata retorica su quante cose socialmente utili si potrebbero fare con quella somma: in un sistema di libero mercato, ognuno coi suoi soldi fa quel che gli pare. Figuriamoci questi emiri che se ne stanno seduti su un mare di petrolio.

Il discorso è un altro, scomodo e complicato. E non riguarda il solo Haaland, che è bravo e che ha sistemato la sua discendenza per molte generazioni a venire.

No. Qui ci si dovrebbe chiedere (uso il condizionale perché troppi che con il pallone ci mangiano fanno finta di non vedere) se sia sano permettere a Stati di comprarsi squadre di calcio, cioè simboli di una passione popolare che appartiene a ricchi e poveri, a nobili e plebei.

Il governo del Qatar decide le sorti del Psg di Mbappé, Messi e Neymar. Il governo di Abu Dhabi stanzia gli investimenti per portare Haaland al City di Pep Guardiola.

Ve lo immaginate Mario Draghi che da Palazzo Chigi gestisce la Roma di cui è tifoso, orchestrandone i colpi di mercato usando i ricavi del gas estratto nell’Adriatico?!? Questo è accaduto e sta accadendo in Europa. La Uefa fa finta di niente, varando finte misure di contenimento. La Fifa idem, tanto che la prossima Coppa del Mondo si giocherà nel deserto qatariota, dove non è mai esistita tradizione calcistica degna di questo nome. È tutto talmente assurdo, partendo dall’ingaggio di Haaland, che uno si convince che vie di uscita non ce ne siano. Non è morto il tifo, semmai è stato assassinato il buon senso.

Ps. Comunque, fin qui Psg e Manchester City non hanno mai alzato l’unico trofeo cui tengono davvero, la Champions League. Forse Dio esiste e non ama gli eccessi di questi ricchissimi poveri di spirito.