Mercoledì 24 Aprile 2024

Quei baby-teppisti arrivati dalle periferie

di Nicola Palma

Giovanissimi devastatori alla prima presenza in piazza. Baby vandali arrivati dalle periferie della città e da alcuni Comuni dell’hinterland. Gruppi di adolescenti già con qualche piccolo precedente per spaccio, rissa e porto d’armi che si sono mossi come gang organizzate e violente. Le nuove leve di casseur hanno fatto irruzione lunedì sera nel corteo non autorizzato di Milano, partito da piazzale Loreto e terminato con un assalto a Palazzo Lombardia respinto dalla polizia con i lacrimogeni. A fine serata, 28 persone sono state portate in Questura e denunciate per danneggiamento e violenza a pubblico ufficiale: di queste, 13 hanno meno di 18 anni, e 10 sono figli di genitori di origine nordafricana o sudamericana, nati e cresciuti in Italia. Il loro profilo, stando a quanto accertato finora, è quello di ragazzi emarginati, rabbiosi più che politicizzati, che hanno colto l’occasione della manifestazione anti-coprifuoco convocata via social per spaccare e devastare il centro: alcuni sono partiti dalle periferie più complicate della metropoli, compresa quella di via Padova; altri, invece, sarebbero arrivati da fuori città. Sfrontati e pronti allo scontro, tre di loro sono stati presi poco dopo mezzanotte in metropolitana: dopo aver lanciato una bottiglia contro un mezzo delle forze dell’ordine, a corteo ormai concluso da un paio d’ore, sono scappati per prendere l’ultimo treno, ma sono stati individuati e bloccati prima della partenza. Ovviamente, non c’erano solo loro tra i circa 400 riunitisi in corso Buenos Aires per cavalcare il forte malumore tra ristoratori, titolari di palestre e gestori di centri scommesse: in strada c’erano pure volti noti dell’anarchia militante (tra gli indagati figura una nota esponente del collettivo "Corvetto Odia"), che si sono tenuti nelle retrovie in un primo momento e che probabilmente hanno dato manforte nella seconda fase, quando sono volate bottiglie incendiarie e bombe carta contro i reparti antisommossa schierati a difesa della Regione; senza dimenticare una piccola frangia di ultrà della Curva Nord interista vicini all’estrema destra (i movimenti più noti hanno scelto di non partecipare in massa alla manifestazione), che però si sarebbero defilati dopo qualche centinaio di metri. Le indagini della Digos andranno avanti nei prossimi giorni per risalire agli altri devastatori e soprattutto per capire se ci sia stata una regia e per individuare chi sia riuscito a mettere insieme una compagine così eterogenea.