Venerdì 19 Aprile 2024

Quattro vigili indagati per tortura "Aggredirono paziente in ospedale" Il giudice li sospende dal servizio

Denuncia dei medici: "Credevano fosse un pusher. Picchiato in testa e sul petto, immobilizzato alla barella". Il marocchino (senza precedenti) era incosciente al pronto soccorso a causa di una crisi ipoglicemica

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di Valentina Beltrame

SASSUOLO (Modena)

Medici contro vigili urbani per il trattamento riservato a un paziente che, tra l’altro, non ricorda nulla. Quattro operatori della polizia locale di Sassuolo, capitale della ceramica in provincia di Modena, sono indagati per tortura. Tutti sono stati sospesi dal servizio per un lasso di tempo compreso tra i 6 e i 12 mesi, in base alla gravità degli episodi contestati. La sospensione dal pubblico servizio è stata decisa dal giudice del tribunale modenese su richiesta della procura, dopo l’interrogatorio dei vigili stessi.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, infatti, due agenti ’veterani’ e due giovani assistenti (residenti tra le province di Modena e Reggio Emilia) la sera del 15 ottobre 2021 avrebbero picchiato un paziente arrivato al pronto soccorso in preda a una crisi ipoglicemica, scambiandolo per uno spacciatore. Secondo l’esposto presentato dai sanitari, il paziente, arrivato in ospedale in ambulanza, sarebbe stato "immobilizzato con forza dai quattro agenti che inveivano su di lui, incastrandogli le braccia tra le sponde della barella – si legge nella nota della procura – percuotendolo ripetutamente al petto e al capo, uno di loro salendo con i piedi sul suo bacino, mettendosi in posizione accovacciata e chiedendogli con insistenza se avesse assunto sostanze stupefacenti". Secondo la procura, il paziente, che non ha precedenti per droga, era in condizioni talmente gravi a causa della crisi ipoglicemica da non rendersi conto di quanto accaduto. In pratica aveva perso conoscenza, tanto che agli inquirenti ha detto: "Non ricordo nulla". Non ha quindi sporto denuncia. Non ha però riportato lesioni: il referto parla di gonfiore alla guancia compatibile con il tempo trascorso in barella.

L’indagine è infatti partita su esposto del personale sanitario impressionato dall’azione degli agenti. I quali, interrogati giovedì scorso dal gip, hanno negato le accuse: "Abbiamo solo contenuto un paziente aggressivo che stava dando in escandescenze", si sono difesi. Gli avvocati degli agenti molto probabilmente faranno ricorso contro la sospensione notificata sabato con il contestuale ritiro dell’arma di ordinanza. Il paziente non ha riportato ferite ma per il pm il reato di tortura, introdotto nel codice penale nel 2017, si configurerebbe lo stesso poiché gli indagati si sarebbero accaniti su una persona praticamente incosciente "per circa un’ora", con un comportamento "inumano e degradante per la dignità". La procura parla di "acute sofferenze fisiche, elemento che costituisce il reato di tortura".

Da chiarire, inoltre, come mai gli agenti fossero al pronto soccorso. Secondo gli inquirenti, sarebbero arrivati di loro iniziativa mentre i vigili sostengono di essere stati chiamati dai medici poiché il paziente era incontenibile. I due ’capipattuglia’ sono indagati anche per falso in merito alla relazione di servizio firmata a fine turno. Il sindaco di Sassuolo, Gian Francesco Menani, ha commentato: "Ho fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine. La verità verrà a galla".