Quarantena Covid: cambiano le regole a scuola. Le richieste delle Regioni

Le Regioni in pressing: mini quarantene e chi sta bene in classe. Il sottosegretario all’Istruzione, Sasso: "A breve le nuove regole"

Massimiliano Fedriga, 41 anni

Massimiliano Fedriga, 41 anni

Roma, 25 gennaio 2022 - Lo stato di emergenza scade il 31 marzo, ma già adesso i dati indicano che la pandemia è in fase di ripiegamento. Non così la burocrazia e i protocolli, sempre complessi e tortuosi. È tempo dunque di semplificare e normalizzare. Basta con le fasce a colori, i malati per altre patologie conteggiati tra i ricoverati Covid, gli asintomatici sottoposti a sorveglianza sanitaria, gli studenti vaccinati in dad e per il rientro a scuola niente tampone, chiedono i presidi. Questa – al termine di un vertice tra i governatori – la posizione unanime delle Regioni, che sarà messa nero su bianco in un documento da sottoporre al governo. Premier e ministri sono alle prese con le elezioni del capo dello Stato, ma c’è la volontà politica di rivedere le misure restrittive.

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Un appello recepito anche dallo stesso governo che "a stretto giro" – per citare il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso – varerà le nuove norme, con mini isolamenti e didattica a distanza riservata esclusivamente ai non vaccinati. Sul tavolo anche la proposta di eliminare i tamponi per il rientro in classe, mantenendo comunque l’autosorveglianza. Nel frattempo l’Alto Adige si porta avanti e riduce autonomamente la Dad da 10 a 7 giorni "per garantire più scuola in presenza". Ma non solo, gli asili resteranno aperti fino a quattro casi di positività. Il fronte delle Regioni, che si sono viste a Roma, appare compatto. La richiesta è quella di garantire le lezioni in presenza agli studenti vaccinati. "Basta caos nelle scuole - le parole del governatore della Toscana, Eugenio Giani -: chi è vaccinato con tre dosi non deve andare in Dad. Restino a casa solo i positivi e chi non è vaccinato". A fargli eco è il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, secondo il quale "le attività scolastiche non vanno sostituite dalla Dad quando bambini e ragazzi sono vaccinati e non ci sono sintomi".

Il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha chiarito: "Superare il sistema a colori delle zone di rischio assieme all’esigenza che la sorveglianza sanitaria sia riservata ai soggetti sintomatici". Una delle principali esigenze nel nuovo scenario auspicato dai governatori è quella di non perseguitare con tamponi e quarantene gli asintomatici che hanno fatto il ciclo vaccinale completo: a scuola, come altrove, chi non ha problemi di salute va lasciato libero di svolgere le attività senza restrizioni. Mentre il tracciamento sarà concentrato solo sui sintomatici. "Il principio generale – ha spiegato il presidente del Veneto, Luca Zaia – è quello della s emplificazione dell’approccio prendendo atto della mutata realtà, che ci dice, ad esempio, che il contact tracing è saltato, perché con 20mila positivi al giorno in una regione ci sono 200mila persone da contattare. È evidente che il modello attuale non funziona, come si è visto con il caos tamponi che non ha assolutamente risolto il problema". Quanto agli ospedali, tenere fuori dal conto quelli che sono ricoverati "col" Covid e non "per" il Covid – secondo le Regioni – permette di avere un quadro più realistico dell’impatto del virus sulle strutture sanitarie.

red. int.

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