Giovedì 18 Aprile 2024

Quarantena Covid breve, ma basterà? Gli esperti: meglio il modello Usa

Contatto con i positivi, niente isolamento per chi ha tre dosi e ridotto a 4 giorni per chi ne ha due. Ma negli Stati Uniti dopo 5 giorni anche i contagiati sono liberi. Le Regioni sdoganano i test rapidi

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La pressione è altissima. Stamattina alle 11 il Comitato tecnico scientifico affronterà il nodo quarantene-contatti-tamponi. La normativa attuale attrae una quantità abnorme di critiche. Una convergenza rara tra esperti, partiti e governatori. I presidenti di Regione si vedranno alle 9.30 per trovare una posizione comune. All’ordine del giorno, in caso di contatti, la "richiesta di ridurre, se non azzerare, la quarantena per i vaccinati a ciclo completo", come pure "la valutazione di impegnare il personale destinato al tracciamento, non più gestibile, nel potenziamento della campagna vaccinale". Ancora: obbligo di Ffp2 e autosorveglianza per le persone con copertura vaccinale completa, booster compreso, e tempo di isolamento ridotto a 5 giorni per chi ha fatto 2 dosi.

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Ma c’è chi, come la Toscana, sceglie di bruciare le tappe: "Contro il caos tamponi divampato a seguito dell’impennata Omicron – annuncia una nota – d’ora in poi basterà il tampone antigenico rapido sia per accertare la positività di un paziente che per certificarne la negativizzazione al Covid". E "nel caso di positività del tampone antigenico rapido, non si dovrà ricorrere alla successiva verifica col tampone molecolare: questo ridurrà drasticamente il numero di test richiesti, oltre a semplificare alcuni passaggi legati al lavoro". Per le stesse ragioni di semplificazione, "il test antigenico rapido – spiega il presidente Eugenio Giani – avrà validità per stabilire i criteri di fine isolamento e di fine quarantena, rispettando i giorni previsti dalle disposizioni nazionali. Analogo discorso per i positivi, che potranno concludere l’isolamento con test antigenici rapidi". E subito si muove anche l’Umbria.

Tutto, nella vita, ha un costo. E la voglia di un Natale libero – protettivo di socialità e shopping – oggi paga un conto salato alla contagiosità della variante Omicron e all’illusione di poterla controllare minimizzando gli effetti. Così il trinomio regolatorio contatti-quarantene-tamponi e il conseguente scenario prospettico di mezzo Paese costretto a fermarsi partoriscono irate richieste di modifica alla normativa vigente. "Ormai siamo diventati il paese dei tamponi o ancor meglio ‘tamponificio Italia’. I tamponi non vengono richiesti da un medico e quindi interpretati, ma sono diventati come le Zigulì o i preservativi. Li prendi quando vuoi, al banco, li puoi ordinare sul web e te li fai da solo. Non so bene con che metodo. Oppure ti metti in coda per ore per poter andare a fare Capodanno in sicurezza (si fa per dire) o finire la quarantena imposta dal figlio che aveva un positivo in classe. Che senso ha tutto questo?", chiede Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del San Martino di Genova.

Secondo Bassetti, per tutelare sistema sanitario, mobilità sociale e servizi essenziali, sarebbe preferibile seguire il protocollo oggi vigente negli Stati Uniti: "Se sei positivo, sia vaccinato che non vaccinato, stai a casa per 5 giorni e se non hai più sintomi puoi uscire continuando a metterti la mascherina per altri 5 giorni. Se hai avuto contatto con un positivo e sei vaccinato con tripla dose, oppure con due entro 6 mesi oppure con J&J entro 2 mesi, non è necessaria la quarantena, ma solo mettere la mascherina quando sei a contatto con altri per 10 giorni e al quinto giorno fai un tampone. Se invece hai avuto un contatto e sei non vaccinato o non hai completato il ciclo vaccinale (6 mesi dopo la seconda dose per esempio), stai a casa per 5 giorni e poi continui a usare mascherina per altri 5 giorni e, se possibile, fai un tampone dopo 5 giorni. Se per qualunque ragione non puoi fare quarantena, metti la mascherina 10 giorni". Concordano sul metodo colleghi come Fabrizio Pregliasco e Guido Rasi. Più guardinghi Massimo Ciccozzi e Claudio Mastroianni.

L’ipotesi sul tavolo del Cts è eliminare la quarantena – in caso di contattti – per chi abbia già ricevuto la dose booster e ridurre (a 4 o 5 giorni) l’isolamento domiciliare di chi ha ‘soltanto’ due dosi. Si eviterebbero così danni all’economia e ai servizi essenziali, si premierebbe chi si è vaccinato. Allo studio anche la possibile revisione dei criteri di definizione del "contatto stretto" (quello espone ad un "alto rischio") e della definizione di "basso rischio". Di più non trapela. Al governo l’ardua sintesi.