Mercoledì 24 Aprile 2024

Qua la mano Pd, altri due accordi con sinistra e Di Maio Ma la politica non c’è

Solamente intese tecnico-elettorali per contrastare il centrodestra. Un modo per limitare le perdite e arrivare a un “quasi pareggio“

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di Alessandro Farruggia

E alla fine, ce l’hanno fatta. Dopo quella con Azione+Europa il Pd ieri ha stretto altre due intese, una con Sinistra ItalianaEuropa Verde e una con Di MaioImpegno Civico. In tutto siamo a tre accordi distinti e separati, assolutamente non politici, ma tecnico-elettorali. A sinistra e dintorni correranno assieme, e dal 26 settembre ciascuno per suo conto. Reggerà la nuova duplice intesa a Calenda? Nel Pd incrociano le dita. Per ora il leader di Azione tace. Pragmaticamente, l’obiettivo del Nazareno non è vincere, né governare (perché troppe sono le differenze nello schieramento progressista e anche avendo la maggioranza metterle d’accordo sarebbe proibitivo), ma limitare le perdite e magari, successone, arrivare a un quasi pareggio. Come ammette con sincerità il segretario del Pd Enrico Letta. "Il nostro – dice dopo l’intesa con Fratoianni e Bonelli – non è un accordo per un programma di governo, perché le cose che ci hanno diviso negli scorsi mesi restano tali, non sarebbe serio se io oggi parlassi di accordo di governo. I nostri partiti si presentano con programmi autonomi. ll nostro accordo elettorale è basato sostanzialmente sul principio del riconoscimento dell’emergenza democratica che c’è nel nostro Paese". "Vogliamo difendere la Costituzione – sottolinea Letta – e la democrazia nel nostro paese perché la legge elettorale, la peggiore di sempre, può portare, in caso di nostra divisione, una destra unita ad avere una maggioranza dei 23 del parlamento senza avere nemmeno la maggioranza assoluta dei consensi". "Il rapporto di 80 a 20 nei collegi uninominali per SIVerdi – ha proseguito Letta – è un’intesa solo tra di noi, ed è numericamente compatibile con le intese che stiamo costruendo, come abbiamo fatto l’altro giorno con Azione-Più Europa".

Ciliegina sulla torta, poco prima delle 20 arriva anche l’accordo con Di Maio e Tabacci. "Sono molto contento – annuncia Letta – di poter annunciare l’intesa con Impegno Civico, per andare insieme negli uninominali. Abbiamo convenuto una relazione fra noi di 92 a 8 per cento". "Siamo assolutamente convinti – dice soddisfatto Luigi Di Maio – di questa alleanza con i Pd, che è nel segno dell’agenda Draghi".

Ricapitolando: 70 a 30 con Azione, 80 a 20 con SIVerdi e 92 a 8 con Di Maio. Una girandola di numeri che richiederà un matematico per tradursi in spartizione di seggi.

Fratoianni, leader di SI è soddisfatto: "I nostri partiti si presentano con programmi autonomi per la difesa della Costituzione contro la destra". "Regalare seggi a questi destra estrema – concorda il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli – non è, prima ancora che politico, eticamente accettabile. E quindi oggi costruire un fronte democratico, ampio, pur nelle differenze, è per noi fondamentale".

Adesso, dopo il triplice accordo, una cosa è sicura: non ci sarà nessun allargamento a M5s (come avrebbe voluto provare a fare SI, ma non i Verdi). Dice Letta: "Nessuna ambiguità, non allargheremo le intese a M5s: dopo il ruolo che ha avuto nel far cadere il governo Draghi, abbiamo fatto una scelta di coerenza".