Qatargate, il peggio deve arrivare La Procura prepara nuovi arresti

Trema il Parlamento Ue. Ma si allarga anche la pista magrebina: il Marocco spiava Macron, Michel e Prodi

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ROMA

Completare la prima fase dell’inchiesta, domani con l’udienza in corte d’appello a Brescia per la consegna alle autorità belghe della moglie e della figlia di Panzeri (che si dicono "incredule ed estranee a tutto") e giovedì prossimo con l’udienza per la convalida della custodia cautelare dell’ex vicepresidente del parlamento europeo Eva Kaili. Poi, dopo Natale o al massimo nei primi giorni di gennaio, la procura belga valuterà se nel materiale sequestrato (computer, telefoni, documenti), nelle intercettazioni ambientali e telefoniche e negli accertamenti bancari e valutari emergano elementi per supportare una nuova raffica di arresti, due dei quali sono dati per molto probabili e un’altra decina per possibili.

Al tempo stesso i servizi di vari Paesi continuano ad indagare sul ruolo svolto dagli 007 qatarioti e marocchini e in particolare sull’uso del sistema di intercettazione Pegasus, che si sospetta il Marocco abbia usato contro un gran numero di personalità, dal presidente francese Emmanuel Macron al presidente del Consiglio europeo Charles Michel, fino a Romano Prodi (in quanto ex inviato Onu per il Sahel). A proposito del Marocco ieri è uscita la notizia – comprovata da foto – che il Re del Marocco, Mohammed V, nel 2011 concesse ad Antonio Panzeri, allora eurodeputato, l’onorificenza reale del Wissam. Evidentemente era considerato un buon amico.

L’inchiesta sul Qatargate avanza come uno schiacciasassi, uno dei fronti sui quali si lavora è identificare i patrimoni degli arrestati. La Guardia di Finanza, delegata dalla procura di Milano, sta acquisendo informazioni sui conti correnti di Antonio Panzeri, del suo collaboratore Francesco Guidi e sul segretario generale della confederazione dei sindacati Luca Visentini (che però avrebbe chiarito la sua posizione ed infatti è stato rilasciato). Da un primo esame sarebbero state trovate "somme consistenti" ma non paragonabili a quelle sequestrate a Bruxelles (1.5 milioni di euro consideranti tutti gli arrestati).

Parimenti, la giustizia greca sta ora vagliando in l’attività di Kaili e del suo entourage. Si è mobilitata l’Autorità Antiriciclaggio e il responsabile, Charalambos Vourliotis, ha ordinato il congelamento totale in Grecia dei beni di Kaili, del compagno Giorgi, dei genitori e della sorella, avviando controlli su tutte le loro proprietà. Il focus è ora sulla Elontech, indicata dalla stampa ellenica come ong fondata nel 2017 e guidata dalla sorella Matalena e su cui sarebbero in corso verifiche in particolare rispetto ai flussi di denaro. Il nodo è che la Elontech, con sede a Kolonaki, nello stesso indirizzo della società immobiliare fondata dall’eurodeputata, verrebbe indicata come veicolo utilizzato per attrarre programmi europei fino a 15 milioni di euro, cifre stellari, insomma, rispetto quanto già sequestrato a Bruxelles.

Alessandro Farruggia