di Giampaolo Pioli Non spara ancora, ma l’esercito russo ha ricevuto ieri sera il via libera dal Parlamento per entrare in Ucraina dopo l’ordine di Putin. Lo stesso che continua a lasciare il mondo col fiato sospeso, incapace di capire le prossime mosse. "Non ho detto che dopo questa conferenza stampa vedremo la presenza delle forze russe nelle Repubbliche di Donetsk e Lugansk – afferma lo zar, incontrando i giornalisti, omettendo che nella regione siano entrate l’altra sera le prime colonne dei suoi blindati –. È impossibile prevedere gli scenari". Anche gli aiuti militari ai separatisti rimangono in bilico, "daremo assistenza, se sarà necessario". Il ruolo della vittima lo interpreta bene, quando chiede "la smilitarizzazione dell’Ucraina", definisce "una minaccia strategica" alla Russia "inaccettabile" la presenza di un Paese (l’ex repubblica sovietica) "con competenze nucleari e armato fino ai denti". Mosca sarebbe, a suo dire, "nel raggio d’azione dei missili nucleari ucraini". L’unica possibilità di allentare la tensione è che Kiev "rinunci all’adesione alla Nato" Sul terreno, nelle due province ribelli di Lugansk e Donetsk nell’Ucraina dell’Est, la situazione è incandescente. Le truppe ucraine sono allineate con le trincee sulla linea opposta dei filorussi. Adesso è quella la linea rossa che non può essere oltrepassata. L’altra può essere negoziata rimanendo parte dell’Ucraina. Su quel fronte tutti pensano che inizieranno aspre battaglie, se i russi tenteranno di occupare l’intero Donbass o di raggiungere Kiev. Il presidente Biden nell’annunciare ieri nuove sanzioni anti Mosca, ha detto all’America: "Dobbiamo sapere che difendere la democrazia ha un costo e anche noi dovremo pagare un prezzo". Dal punto di vista diplomatico, gi Usa hanno anche già detto che salterà lì’ l’incontro con la Russia previsto per domani: "Ora che vediamo l’inizio dell’invasione non ha senso andare avanti con quell’incontro...",ha spiegato il segretario di Stato americano, Antony Blinken. Nel ...
© Riproduzione riservata