Giovedì 18 Aprile 2024
ALESSANDRO
Cronaca

Putin ha perso la testa e agita l’arma nucleare La minaccia più feroce prima dei negoziati

Oggi le delegazioni russe e ucraine si incontrano. Il Cremlino: sanzioni illegittime, attiviamo il sistema d’allerta atomico

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di Alessandro

Farruggia

Vladimir Putin brandisce la minaccia dell’olocausto nucleare. Il presidente russo, capito che la vittoriosa guerra lampo nella quale sperava è ormai un miraggio, ha accettato di far sedere i suoi al tavolo delle trattative. Ma è furioso e vuole tenere alta la pressione sull’Occidente, che chiude i cieli agli aerei russi, rafforza l’invio di armi all’Ucraina e lo sanziona duramente. E così il Cremlino ha annunciato l’allerta delle forze nucleari russe.

RICATTO NUCLEARE

Putin è livido con l’Occidente, sia per le sanzioni sia per il sostegno militare (ieri sera si sono aggiunte Danimarca e Svezia con 7.500 razzi anticarro) che sta giungendo sia dall’America sia dalla Ue (che pagherà gli aiuti militari all’Ucraina ed è disponibile a fonire anche aerei militari). Ieri la Turchia ha anche confermato la chiusura del Bosforo alle navi da guerra russe e l’intera Ue ha chiuso i cieli agli aerei russi. Così Putin ha deciso di fare una mossa provocatoria. "I Paesi occidentali – in un incontro con il ministro della Difesa, Sergei Shoigu – non solo stanno prendendo azioni economiche non amichevoli contro il nostro Paese, ma i leader dei principali Paesi Nato stanno facendo dichiarazioni aggressive sul nostro Paese. Per questo ho ordinato di porre le forze di deterrenza dell’esercito russo (del quale fanno parte anche le forze nucleari, ndr) in regime speciale di servizio da combattimento".

L’allerta del sistema di deterrenza nucleare diramato da Mosca "è parte del copione del Cremlino, che prevede di inventare minacce", replica la Casa Bianca. "La sola idea di un conflitto nucleare è semplicemente inconcepibile" osserva l’Onu.

Il generale Leonardo Tricarico, già capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare, non sottovaluta però la minaccia e osserva che "il rischio nucleare esiste" perché "Putin ha dimostrato di essere una persona squilibrata e che non bluffa". Per questo, nel trattare con un personaggio simile, è sempre necessario "non metterlo in un angolo".

FINALMENTE SI PARLANO

Gli ucraini si sono sempre detti disponibili alla trattativa, ma fino a ieri mattina il presidente Zelensky era contrario a trattative a Minsk, in quanto cobelligerante della Russia. Ma una telefonata del presidente bielorusso Lukashenko lo ha convinto: trattativa stamani in Bielorussia al confine con l’Ucraina, lungo il fiume Pripyat. "Abbiamo convenuto che la delegazione ucraina si incontrerà con la delegazione russa senza precondizioni. Lo dirò francamente – ha commentato Zelensky –, non credo molto al risultato di questo incontro, ma che ci provino, in modo che nessun cittadino ucraino possa dubitare che io, come presidente, non abbia cercato di fermare la guerra quando c’era anche una piccola possibilità". Secondo fonti occidentali Mosca metterà condizioni inaccettabili per Kiev. Ma il dialogo aprirebbe la strada ad altri incontri, e forse a una tregua.

PRINCIPALI OFFENSIVE BLOCCATE

Ieri mattina gli ucraini hanno attirato i russi in una trappola facendoli entrare in Kharkiv, la seconda città del Paese. Una colonna di mezzi russi è entrata ed è stata affronta con armi anticarro, parzialmente distrutta e messa in fuga. Una debacle. La città è ancora saldamente in mano a Kiev. Bloccata anche l’offensiva su Kiev, dove una colonna di un centinaio di mezzi russi è stata completamente distrutta dall’artiglieria ucraina nel villaggio di Bucha, 35 chilometri da Kiev. Due colonne russe hanno avanzato a est (fino a 120 km da Kiev) e una a ovest fino a Motyzhyn (50 km da Kiev). Per questo il sindaco di Kiev ha detto che essendo la città accerchiata non è possibile proseguire con le evacuazioni. Ma in realtà Kiev non è circondata. Proseguono i pesanti bombardamenti sulla capitale e su molte altre città. I russi registrano invece passi in avanti nel sud, a Kherson e Mikolayv, dove si combatte duramente mentre duemila marines russi stanno avanzando verso Mariupol.