Martedì 23 Aprile 2024

Putin e le rose per la Merkel I simboli pesano

Roberto

Giardina

Putin offre a Frau Angela un mazzo di rose bianche e rosa. I simboli non contano ma sono importanti, dipende dal momento. La Cancelliera compie l’ultima visita al Cremlino, e il padrone di casa sottolinea il loro rapporto personale: per lui Frau Merkel non è una signora alla vigilia della pensione. È un omaggio al loro comune passato. Nessun leader occidentale ha incontrato così di frequente Putin come la Cancelliera. Non si sono mai amati, ma si comprendono. Se fosse stato per loro, litigando, avrebbero evitato qualche crisi fatale tra est e ovest.

Ieri, in tre ore hanno discusso, lontani quasi su tutto. L´amicizia non serve, basta il reciproco rispetto. Frau Angela ha scelto un giorno doppiamente simbolico per la sua visita: il primo anniversario dell’attentato a Nawalny, e il 30simo anniversario del putsch che eliminò Gorbaciov. Due giorni che segnano la Russia, tra potere cinico e desiderio di cambiamento. Il dialogo e lo scambio con l’Europa serve al popolo russo. La signora lascia, ma la Germania rimarrà l’interlocutore più importante per Mosca, se l’erede, chiunque sia, seguirà la sua strada.

Dopo l’Afghanistan, e il probabile disimpegno internazionale americano, il gioco cambia. L’Occidente non può isolare Putin, con il rischio che la Russia si allei sempre più strettamente con la Cina, un alleato pericoloso, forte e imprevedibile. Con Bush, Obama, e Trump, Washington ha sempre posto un veto all’intesa con Mosca. Ora un Biden sconfitto è costretto al realismo. Putin è infido? Il rapporto con l’Europa è vitale più per lui che per noi. Mario Draghi gli ha telefonato ieri, e il britannico Boris Johnson ha fatto capire che bisogna prevedere rapporti internazionali senza contare sugli Stati Uniti. Anche Angela alla vigilia del ritiro diventa un simbolo: di una politica europea pragmatica senza illusioni, e senza pregiudizi.