Mercoledì 24 Aprile 2024

Putin (di nuovo) all’attacco "L’Occidente come i nazisti Vogliono solo sterminarci"

Lo zar: stanno vietando Dostoevsky e Chaikovsky, difenderemo la nostra cultura "Andrò al G20 dove c’è Biden. L’arma nucleare? Non la useremo". Poi la barzelletta sul gas

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di Alessandro Farruggia

ROMA

Un attacco durissimo con la peggior retorica antioccidentale nel quale ha sostanzialmente paragonato l’occidente ai nazisti. Ma Vladimir Putin nell’atteso discorso al club Valdai di Mosca, ha mandato anche due segnali interessanti. Il primo è la (teorica) apertura al dialogo dicendo che "la Russia non si è mai considerata e non si considera nemica dell’Occidente, malgrado il brutale conflitto in corso" e che "è pronta a risolvere qualsiasi questione con il dialogo strategico con gli Stati Uniti: se vogliono, siamo pronti". Ma la Casa Bianca ha già fatto sapere che Joe Biden non ha "alcuna intenzione di incontrarsi" con lui al vertice del G20 in programma a Bali il mese prossimo. Un appuntamento al quale il capo del Cremlino "potrebbe andare", come ha detto lui stesso.

Il secondo segnale è che non intende usare armi atomiche in Ucraina. "Non abbiamo mai detto nulla di nostra iniziativa sul possibile uso di armi nucleari da parte della Russia, ma abbiamo solo accennato alle dichiarazioni rilasciate dai leader dei Paesi occidentali. Un attacco nucleare contro l’Ucraina – dice Putin – non ha senso, né dal punto di vista politico né da quello militare". E lo Zar ha smentito anche la volontà di attaccare la centrale di Zaporizhzhia. Certo è lo stesso Putin che a gennaio negava la volontà di invadere, ma la presa di posizione non era scontata. "L’Occidente – ha attaccato Putin – alimenta la guerra in Ucraina, destabilizza i mercati alimentari ed energetici globali e organizza provocazioni su Taiwan. Non c’è unità nell’occidente, che ha fatto un gioco sporco, un gioco sanguinoso, senza considerare gli interessi degli altri Paesi. Non possiamo fare finta di niente, chi semina vento raccoglie tempesta. Mosca cerca solo di difendere il suo diritto ad esistere". "L’Occidente soffre di una cecità da superiorità", ha aggiunto, citando Alexander Solgenitsin. "L’Occidente – ha affondato il coltello Putin – è ad un passo dallo sterminio di chi non gli piace. Anche nella Guerra fredda, quando i due sistemi erano contrapposti, a nessuno delle due parti veniva in mente di cancellare la cultura, l’arte dell’avversario. I nazisti hanno bruciato i libri e in Occidente ora hanno sono arrivati a vietare Chaikovsky e Dostoevsky". Ma poi Putin è tornato a parlare di dialogo. "La crisi – ha aggiunto – ora ha carattere globale, riguarda tutti. Il mondo affronta il decennio più pericoloso, imprevedibile e importante dalla Seconda guerra mondiale. Abbiamo di fronte a noi due strade: o continuare ad accumulare problemi o cercare insieme una soluzione, non ideale, ma che funzioni". Una soluzione, è il sottinteso, che accolga almeno una parte delle richieste russe.