di Antonella Coppari Applausi scroscianti, partecipazione commossa, ma sulla richiesta di forzare i tempi per accogliere subito l’Ucraina nell’Unione Europea il pollice è verso. Segnali politici quanti se ne vuole, quasi tutti gli eurodeputati votano la risoluzione di ratifica di sanzioni e decisioni adottate dai governi assieme alla Commissione, ma l’obiettivo immediato cui mirava ieri Volodymyr Zelensky nell’accorato discorso, metà richiesta di aiuto e metà atto d’accusa, all’ Europarlamento non può essere esaudito. Trasformare seduta stante l’invasione dell’Ucraina in attacco alla Ue è un passo che l’Unione non può né vuole muovere. Così, con quattro righe (su nove pagine di testo) s’invitano le istituzioni europee "ad adoperarsi per concedere lo status di paese candidato all’adesione". Il presidente ucraino si collega in video da Kiev: poco dopo i russi bombarderanno la Tv e avvertiranno i cittadini che abitano vicino ai ripetitori di allontanarsi. Potrebbe essere una delle ultime occasioni per comunicare liberamente con il resto del mondo. Zelensky la sfrutta fino in fondo: tocca le corde giuste. Quelle dell’indignazione e della rabbia: "Stamattina due missili hanno colpito piazza della Libertà a Kharkiv, ci sono state dozzine di vittime". Sollecita le corde della partecipazione emotiva: "Putin dice che sta attaccando soltanto target militari, ma solo ieri 16 bambini sono stati uccisi". Arriva a pizzicare quelle del senso di colpa: "La nostra gente è motivata. Noi moriamo per essere come voi. Ora voi dimostrateci che siete con noi, che non ci lascerete andare. Che siete veramente europei" Il sostegno dell’Europa c’è, più di quanto non si sia mai verificato in casi simili: "È in gioco anche il nostro destino", sottolinea la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Il leghista Zanni, a capo del gruppo sovranista di Identità e Democrazia, lamenta il veto all’adesione alla risoluzione unitaria (comunque votata) posto da altri gruppi. Le sanzioni ...
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