Provocazione russa: "Le mine antiuomo? Souvenir dall’Italia". E Crosetto: tutto falso

Il ministro della Difesa: la produzione si è interrotta 28 anni fa

Il post dell’ambasciata russa su Facebook delle presunte mine italiane in Ucraina

Il post dell’ambasciata russa su Facebook delle presunte mine italiane in Ucraina

La Russia torna ad attaccare l’Italia per il suo sostegno a Kiev utilizzando l’arma della provocazione. Mine italiane piazzate in Ucraina come "souvenir". "Quanti di questi souvenir d’Italia rimangono ancora in terra ucraina? Le persone ne soffriranno per molto tempo a venire". È la sintesi di un velenoso post pubblicato sulla pagina Facebook dell’ambasciata russa. Corredato da una foto con ordigni disinnescati dai genieri dell’esercito di Putin. Durissima la replica del ministro della Difesa Maurizio Crosetto, che ha "diffidato la Russia e i suoi terminali diplomatici dal continuare a propagare notizie false su questo argomento".

Mosca "mente sapendo di mentire", è stata la risposta di Crosetto, che ha respinto "informazioni volutamente fuorvianti, non veritiere e gravemente denigratorie". Accusando le autorità russe di una "allusiva e tendenziosa propaganda contro il nostro Paese, che ha sempre rispettato le norme del diritto internazionale". Il ministro della Difesa ha smontato la provocazione di Mosca ricordando che gli ordigni mostrati sui social "ricordano mine di fabbricazione italiana ValsellaTecnovar, che non possono essere italiane per una moltitudine di ragioni".

Primo, perché "la produzione di mine antiuomo in Italia si è interrotta più di 28 anni fa con una moratoria del governo italiano e la successiva legge che le mise definitivamente al bando, a partire dall’adesione del nostro Paese, tra i primi firmatari del trattato di Ottawa contro le mine antiuomo".

Inoltre, "mine antiuomo di produzione italiana sono state esportate solo fino agli inizi degli anni ‘90", ha aggiunto Crosetto, che su questo argomento si era già scontrato nei giorni scorsi con la portavoce del ministero degli esteri russo Maria Zakharova. La foto delle "mine souvenir" è soltanto l’ultima di una serie di stilettate lanciate dalla Russia all’Italia dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, attraverso la macchina social della sua sede diplomatica. A tre giorni dalle elezioni dello scorso settembre, erano stati pubblicati una serie di scatti che ritraevano il presidente Vladimir Putin insieme a quasi tutti i leader politici italiani, da Salvini a Conte, da Letta a Berlusconi. Prima che il leader russo diventasse un paria. E poi ancora, l’immagine di un blindato distrutto in Ucraina, secondo i russi un Lince italiano. Nient’altro che un fake.