Mercoledì 24 Aprile 2024

Protezione speciale cos’è e come funziona

Le stime del ministero dell’Economia. Il segretario di Unioncamere: "C’è bisogno di mano d’opera"

Protezione speciale  cos’è e come funziona

Protezione speciale cos’è e come funziona

di Claudia Marin

ROMA

La previsione è scritta nero su bianco nell’appendice al Def, firmato dal Ministro dell’Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti. Ed è una previsione che disegna uno scenario nel quale l’Italia ha bisogno disperatamente di lavoratori immigrati da qui ai prossimi decenni per salvare il Paese dal tracollo finanziario. "Data la struttura demografica degli immigrati che entrano in Italia – si legge nel Documento di economia e finanza – l’effetto è significativo sulla popolazione residente in età lavorativa e quindi sull’offerta di lavoro". Con la conseguenza che una riduzione o un aumento pari al 33 per cento del flusso netto di immigrati avrebbe come risultato un debito pubblico che esplode di oltre 30 punti percentuali o che, al contrario, si riduce di altrettanto.

A sottolineare il nesso tra lavoratori immigrati e debito è Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere: "Il Documento di economia e finanza mostra la correlazione tra debito pubblico e presenza di lavoratori immigrati. E i dati Excelsior confermano oltretutto che le imprese hanno una forte necessità di manodopera che può essere assicurata dagli stranieri. È importante perciò che le scelte sulle politiche migratorie siano inquadrate anche nella prospettiva della crescita economica del Paese". Una notazione che rinvia alla contraddizione, almeno per l’immediato, tra le nuove restrizioni introdotte dall’esecutivo Meloni e gli stessi scenari delineati dal Ministero dell’Economia.

Al di là delle polemiche politiche, è un dato di fatto che il tracollo demografico italiano determina un rischio rilevante e mortale non solo per la tenuta del sistema previdenziale e sanitario, ma, prima ancora, per il mercato del lavoro. Luca Cifoni, giornalista, autore con Diodato Pirone del recente ‘La trappola delle culle’, spiega che "in prospettiva, data la nostra struttura sbilanciata sulla componente anziana, preoccupa, oltre alla contrazione assoluta, soprattutto quella della popolazione in età attiva: cioè dei potenziali lavoratori che con tasse e contributi devono garantire la sostenibilità dello Stato sociale. L’Istat prevede che nel 2050 il numero complessivo dei residenti si ridurrà a 54 milioni, ma più brusca sarà la diminuzione della fascia 15-64 anni: dagli attuali 37 milioni a meno di 29".

Il punto è che quello che accadrà tra trent’anni dipende anche e principalmente da quello che accade oggi. Il "Pil dell’immigrazione", come lo definiscono gli esperti della Fondazione Leone Moressa, nel Rapporto annuale, 2021 ammonta a quasi 144 miliardi, pari al 9% del totale nazionale. Ma le esigenze del mercato del lavoro sono bel più elevate. E, non a caso, è di queste settimane il pressing di tutte le associazioni imprenditoriali per un nuovo e più ampio decreto flussi per l’ingresso di lavoratori stranieri: basti pensare che al recente click day di fine marzo sono arrivare oltre 240 mila richieste per poco più di 82 mila posti disponibili. E, a conti fatti, oscilla proprio intorno a 250 mila unità la stima più attendibile sui lavoratori stranieri dei quali abbiamo bisogno per fronteggiare non solo i picchi stagionali nelle campagne o nel turismo, ma anche le ordinarie esigenze produttive delle aziende manifatturiere e di servizi.