Scuola, proteste di studenti e genitori contro la Dad. "Stare a casa non è giusto"

Firenze, Roma, Bologna, Torino, Milano, Napoli: organizzati presidi in 19 città per chiedere la riapertura degli Istituti in presenza e sicurezza. In Veneto 900 genitori scrivono a Zaia

Studenti protestano davanti al ministero dell'Istruzione a Roma (Ansa)

Studenti protestano davanti al ministero dell'Istruzione a Roma (Ansa)

Roma, 7 gennaio 2021 - Scuola, si riparte. Dopo mesi di didattica a distanza, torna a suonare la campanella per gli studenti delle elementari e delle medie, in totale 5 milioni di ragazzi sono di nuovo sui banchi. Gli istituti di primo grado restano chiusi invece in Calabria, Campania e Puglia. Un altro capitolo i licei, per cui si ricomincia in presenza da oggi in Alto Adige, mentre da lunedì in molte regioni. In Piemonte si tornerà in aula soltanto lunedì 18 gennaio, mentre in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Marche non prima di fine gennaio.

La polemica sulla dad però resta ancora accesa. E, davanti alle scuole di 19 città, attivisti, studenti, insegnanti e genitori si sono organizzati in presidii per chiedere l'apertura di tutti gli Istituti in presenza e in sicurezza. Le mobilitazioni di studenti, docenti e genitori si tengono a Firenze, Roma, Bologna, Torino, Milano, Napoli, Faenza, Mantova, Salerno, Massa Carrara, Modena, Pontedera, Prato, Pisa, Cremona, Brescia, Treviso, Padova. E si chiede lo screening sanitario completo di docenti, Ata e studenti e l'inserimento, come categoria prioritaria, nella fase 1 dell'agenda vaccinale.

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Studenti protestano davanti al ministero dell'Istruzione a Roma (Ansa)

Milano gli studenti sono scesi in piazza in prima persona, protestando per il mancato ritorno in classe e contro il Miur, che "nuoce gravemente alla sicurezza degli studenti": "Voi ci chiudete, noi vi chiudiamo!", hanno scritto i ragazzi sugli striscioni. "Siamo convinti che il governo e, in particolare il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina - hanno sottolineato -, sia inadeguato e incapace di risolvere i problemi dell'istruzione italiana, portandoci a considerare che 'dad' possa essere solo l'acronimo di 'dannazione Azzolina dimettiti'".

Anche a Bologna "la Dad non è scuola", recitano gli striscioni, mentre a Torino i ragazzi spiegano che "la didattica a distanza è un problema vero. Non tutti hanno connessione e computer, così si discrimina". E aggiungono: "Stare a casa non è giusto".

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In Veneto 900 genitori degli studenti delle scuole superiori ha indirizzato una lettera aperta al governatore, Luca Zaia: "I ragazzi delle scuole superiori, oltre 200.000 in Veneto - si legge - hanno interrotto il loro percorso nelle aule a febbraio 2020 e non hanno ancora potuto seriamente riprenderlo, a eccezione di poco più di un mese all'inizio di quest'anno scolastico, chi al 75%, chi al 50%, a giorni o settimane alterne. Dopo un'estate sostanzialmente 'normale', che ha visto aperte anche le discoteche, dopo un periodo natalizio in cui si sono legittimamente privilegiate le attività commerciali, ci chiediamo se l'aumento dei contagi possa ancora essere fatto ricadere sulle scuole superiori, precludendo a tutti (didattica in presenza 0%) l'accesso alla scuola e al normale insegnamento, sul presupposto che si teme l'assembramento al di fuori degli istituti scolastici".