Martedì 16 Aprile 2024

Un italiano su due pensa che la prostata sia un organo femminile

Sondaggio urologia: la ghiandola ingrossata fa soffrire milioni di persone. Congresso a Riccione, campagna informativa nelle farmacie

Prostata, vescica (iStock)

A medicine,explaining urological problems to a patient.

Riccione, 13 ottobre 2018 - Povero maschio, troppo sotto pressione, specialmente nei momenti intimi. Si moltiplicano i problemi tra reni, vescica, uretra e anche la sessualità ne risente. Tanti non sanno nemmeno dove sia la prostata, altri pensano che sia un organo femminile. L’avvertimento viene dal congresso della Società Italiana di Urologia (Siu) che si apre oggi a Riccione.

“Con l’invecchiamento della popolazione c’è una maggiore incidenza della patologia prostatica benigna, che incide sulla qualità della vita perchè costringe ad alzarsi di notte o correre in bagno - spiega Vincenzo Mirone, responsabile della comunicazione SIU, ordinario di urologia all’Università Federico II di Napoli -. Inoltre aumentano le difficoltà nei rapporti fisici, un fenomeno accentuato dalla richiesta di prestazioni sessuali a tutte le età“. La prostata ingrossata figura tra gli inconvenienti più diffusi nell’uomo, è seconda solo all’ipertensione. E non finisce qui. Tre milioni di italiani soffrono di disfunzione erettile, ci sono poi ogni anno 32mila nuovi casi di tumore della prostata che devono essere curati tempestivamente, perché prima si comincia meglio è.

“L’urologo dovrebbe diventare come il ginecologo per la donna - afferma Mirone -. Invece proprio una ricerca che presentiamo ci dice che un numero considerevole di maschi non sa neanche dov’è questa prostata, figuriamoci se pensa a curarla“. Lo studio dell’Associazione Europea di Urologia è stato condotto su 2.500 uomini di 5 nazioni diverse, Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito. Il 54% dei maschi europei ignora di avere la prostata, e anzi pensa che sia un organo femminile, mentre il 27% del campione non è in grado di posizionarla all’interno del corpo. Il 27% degli intervistati, hanno rilevato inoltre gli esperti, ignora il fatto che potrebbe ammalarsi di tumore.

“Avere coscienza dei sintomi - aggiunge Walter Artibani, segretario generale SIU e direttore del Dipartimento Urologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Verona - è il fattore chiave per la diagnosi precoce“. La conferma arriva anche dall’indagine, secondo cui il 43% degli uomini evita di riferire al medico della presenza di sangue nelle urine, il 23% aspetta più di un mese prima di chiedere una consulenza a fronte dell’urgenza ricorrente di urinare e il 28% andrebbe dal medico solo dopo oltre una settimana dalla comparsa di bruciore o dolore quando va in bagno, solo il 17% in grado di associare un dolore nella parte inferiore dell’addome a un possibile problema serio. Per sensibilizzare sul tema è ripartita in Italia, con il contributo incondizionato di Menarini, la campagna #Controllati. Consigli, informazioni, contatti in assoluta privacy sul sito www.controllati.it. Inoltre, dal 17 ottobre al 30 novembre, tremila farmacie distribuiranno materiali informativi e daranno visibilità all’iniziativa.

Le ripercussioni di un atteggiamento noncurante ricadono anche sull’intimità di coppia. “I problemi di salute degli uomini – conclude Giuseppe Vespasiani, presidente SIU e direttore della Scuola di specializzazione in Urologia all’Università Tor Vergata di Roma – coinvolgono anche la partner. Alle donne, più abituate a controllare il loro corpo, è affidato il compito di sensibilizzare e spronare il compagno a recarsi da uno specialista in caso di specifiche problematiche dell’apparato uro-genitale, fino ad accompagnare il partner alla visita partecipando attivamente alla conversazione con il medico”.