Propaganda? Trova le differenze

L'editoriale di Michele Brambilla

L'editoriale di Michele Brambilla

Questo articolo, e la pagina 3, non hanno lo scopo di far sapere che Putin è un dittatore: questo era già noto a tutti da un pezzo. Hanno lo scopo, speriamo, di svegliare quanti qui da noi in Occidente, e in Italia in particolare, dicono di non fidarsi dei media occidentali perché sull’Ucraina non la raccontano giusta, perché la propaganda di guerra c’è sempre stata e l’hanno sempre fatta tutti e tutti continuano a farla... E certo che è così. Però, però. Però invitiamo i professionisti dei sofismi, dei cavilli, del "né di qua né di là perché la coscienza pulita non ce l’ha nessuno", insomma invitiamo i professionisti dei distinguo a imparare, appunto, a distinguere davvero.

Perché una delle notizie di ieri è la seguente: la Rai ha ritirato tutti i suoi inviati in Russia. La stessa cosa l’avevano fatta l’altro ieri l’inglese Bbc, la tedesca Ard, la spagnola Abc, e poi Bloomberg, la Cbs, la tv canadese. E sapete perché le tv occidentali ritirano gli inviati? Perché in questi giorni Putin ha fatto approvare una legge che punisce con la galera fino a 15 anni (quindici anni!) chiunque osi criticarlo. Naturalmente la legge non dice così, non dice che punisce le critiche: dice che punisce le fake news. E – per capirci – fra le fake news c’è il dire che in Ucraina è in corso una guerra. La parola "guerra" è vietata. La scrivi o la dici? Finisci in galera. "In Ucraina è in corso un intervento per assistere le popolazioni russofone". E i carri armati? E i bombardamenti? E le stragi di militari e civili? E gli attacchi alle centrali nucleari? Macché "guerra". Ai bei tempi dell’Urss, le invasioni armate e le mattanze di esseri umani le chiamavano "aiuti fraterni". Adesso c’è un pochino di pudore in più, ma la galera resta.

Certo anche le democrazie hanno la loro propaganda: ma hanno pure la libertà, per cui le bugie hanno comunque le gambe corte, perché c’è sempre qualcuno che le può smontare senza finire in galera. E tuttavia anche in questi giorni c’è chi, qui in Italia, dipinge come il diavolo i nostri giornali e le nostre tv, e si abbevera di verità sui social. Gli stessi social – Facebook e Twitter – che qualche giorno fa il "Putin che in fondo non è poi così diverso dagli americani e dagli europei" ha messo al bando, chissà perché.