Professori no vax e studenti in Dad. Focolai Covid nelle classi dal nord a sud

A Bologna lezioni a distanza per 300 alunni. Ma i dirigenti rassicurano: "Sono casi isolati, subito le terze dosi"

Manifestazione contro la dad in una scuola bolognese, la scorsa primavera

Manifestazione contro la dad in una scuola bolognese, la scorsa primavera

Non solo Bologna. Si moltiplicano i casi di classi in dad, da Modena a Forlì e Carpi, da Torino a Napoli, alla Calabria. Il Ministero monitora la situazione e non rileva un allarme particolare mentre i presidi rassicurano affermando che "la situazione è sotto controllo".

Sono trecento gli studenti della scuola media Farini, istituto del quartiere Savena di Bologna, in didattica a distanza da sabato scorso a causa degli oltre dieci contagi innescati da un’insegnante, a quanto si apprende, non vaccinata. L’ultimo tampone effettuato dalla docente per rinnovare, a distanza di 48 ore, la certificazione verde ha dato esito positivo costringendo alla dad dodici delle ventidue classi della scuola.

Scenario simile a Forlì dove, sempre a causa di un professore positivo, per nove classi del liceo classico Morgagni è stata disposta la sospensione delle lezioni. A Carpi, invece, giovedì scorso, il dipartimento di Sanità pubblica dell’Azienda USL di Modena ha chiuso temporaneamente la scuola elementare ‘Don Milani’ a causa di 29 positività riscontrate in quattro classi diverse della primaria. Un focolaio che sta costringendo a casa 11 classi – per un totale di 278 alunni, cui si aggiungono 25 docenti (di cui un positivo) e il personale Ata – e che ora si teme possa estendersi anche alla vicina scuola secondaria di primo grado Margherita Hack frequentata in gran parte da fratelli e sorelle dei bambini della Don Milani. "Casi del genere sono una vergogna per gli insegnanti positivi non vaccinati. Chi non si vaccina e non ha motivi di salute per non farlo va censurato – ha commentato il presidente regionale ANP Emilia-Romagna Lamberto Montanari –. I tamponi rapidi non sono sempre affidabili". Ma i contagi tra le aule continuano ad estendersi a macchia di leopardo.

Solo in Piemonte nell’ultima settimana si sono registrate 127 classi in quarantena di cui 50 a Torino e 31 in provincia di Cuneo. In Campania la chiusura, pochi giorni fa, della scuola media ‘Di Giacomo’ di Qualiano nell’hinterland di Napoli – dove sono stati riscontrati 30 contagi, 24 tra gli alunni e 6 nel personale scolastico – ha portato il governatore della Regione Vincenzo De Luca, a lanciare un allarme: "Se rimangono centinaia di persone non vaccinate da qui a uno o due mesi rischiamo dover richiudere le scuole".

In Calabria da martedì scorso la suola media ‘Tieri’ di Corigliano Rossano ha sospeso le attività didattiche fino al 27 ottobre, a causa dei contagi e – si legge in una nota dell’Istituto – "visto il perdurare dello stato di quarantena dei docenti interessati". Se a una settimana dall’inizio delle lezioni si contavano oltre 200 classi e più di 5mila studenti in dad, secondo i dati di un recente sondaggio realizzato da Skuola.net circa il 6% degli studenti delle superiori avrebbe sperimentato almeno qualche giorno in didattica a distanza.

"Non lancerei un allarme. Quella emersa dal sondaggio – ha affermando il presidente dell’Associazione nazionale dirigenti pubblici della scuola, Antonello Gianelli – non mi sembra un percentuale realistica. Le classi in Italia sono 400mila, il 6% significherebbe 24mila classi in quarantena. – Dati ufficiali non ne abbiamo ma sulla base di quello che sento dire dai miei colleghi in tutta Italia si tratta di casi isolati".

"La situazione – assicura – è sotto controllo e appena verrà introdotto il protocollo aggiornato sulla gestione dei cluster le classi verranno messe in quarantena molto più raramente. Abbiamo oltre il 95% del personale scolastico vaccinato, quello di Bologna è stato un caso molto sfortunato. Ribadisco, tuttavia, il mio appello a tutto il personale e a tutti gli italiani a vaccinarsi. Ritengo, inoltre, necessario che tutto il personale scolastico debba essere inserito prioritariamente tra coloro a cui va destinata la terza dose".