di Nino Femiani
Ucciso nel cortile della sua scuola. Colpito all’addome da cinque pugnalate che lo hanno lasciato in una pozza di sangue, dietro a un cespuglio, a pochi metri dalla casa dell’ex custode. Ascoltato dagli inquirenti un operatore scolastico fino a tarda sera: ma non c’è alcun provvedimento nei suoi confronti. C’è ancora tanta nebbia e turbamento sulla morte del professore Marcello Toscano, 64 anni, docente di sostegno alla scuola media "Marino Guarano" di Melito, area nord di Napoli. L’uomo è uscito dalla classe alle 12,30, è l’ultima volta che lo hanno visto, gli ultimi istanti in cui il suo cellulare ha squillato. Il suo cadavere è stato, invece, trovato poco dopo le 21 quando il figlio, preoccupato per il mancato ritorno a casa, ha fatto scattare le ricerche dei carabinieri. Sotto choc chi conosceva il prof, che aveva svolto in passato l’attività di consigliere comunale Pd a Marano fino al 2020 (alle ultime amministrative è stato il primo dei non eletti) e che fino a qualche mese fa gestiva una scuola privata con la collaborazione della moglie Rosangela Iodice, 59 anni, anche lei insegnante come i due figli Ciro, ingegnere ambientale, ed Ezia, laurea in matematica.
Una morte sconcertante su cui si intrecciano ipotesi, nessuna delle quali confermata dagli inquirenti che hanno sentito i parenti del docente ("Marcello era un uomo perbene"), sequestrato le telecamere in zona, visto che la scuola dispone di una videosorveglianza molto parziale, e interrogato a lungo una persona senza però notificargli alcun provvedimento. Il professore Andrea Cipolletti, che insegna alla scuola "Melissa Bassi" di Scampia, grande amico di Marcello, ipotizza. "Potrebbe essere stata una nota a scatenare l’ira di qualche ragazzo o qualche genitore". Possibile che possa essere stato ucciso a causa di un rimprovero rivolto ad alcuni ragazzi che bullizzavano dei disabili che lui aiutava con la didattica di sostegno? Un litigio con degli studenti o con un loro genitore, degenerato poi in aggressione? Certo, quella scuola non era un paradiso di tranquillità.
Lo scorso marzo una bambina di 11 anni fu aggredita con schiaffi e pugni da alcune sue coetanee. Due mesi dopo, un ragazzino di 13 anni fu ferito alla schiena con un’arma da taglio mentre stava uscendo dalla classe. A colpirlo era stato un altro adolescente. Al vaglio degli investigatori vi sono anche reperti ematici rilevati sui gradini di un magazzino adiacente al luogo dove è stato trovato il corpo. Tracce di sangue che riconducono all’uomo interrogato in caserma? E questa persona è interna alla scuola o appartiene al mondo dei mille interessi che Toscano coltivava all’esterno? Interrogativi a cui è prematuro rispondere, visto la poliedricità della vittima che, oltre alla politica, era attivo anche nel sindacato: negli ultimi tempi si stava interessando alle battaglie della Cisl. Toscano sognava di andarsene in pensione tra uno o due anni e di trasferirsi nel Cilento. Per questo motivo nelle scorse settimane era andato a visionare alcuni casolari con un cugino, il giornalista Marcello Curzio, che su Facebook ha scritto un post pieno di dolore e rabbia. "L’hanno ammazzato come un cane nel cortile di una scuola della Repubblica. Cronache da Melito dove si muore senza un perché e tra l’indifferenza generale". Gli fa eco il sindaco, Luciano Mottola: "Diventa veramente difficile amministrare questi territori", mentre il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi si dice "sconcertato".