Mercoledì 24 Aprile 2024

Produttore Tv morto, indagato il compagno

Roma, Teodosio Losito trovato impiccato: Alberto Tarallo, titolare dell’Ares Film poi fallita, è accusato di istigazione al suicidio

di Giovanni Rossi

Per il suicidio del produttore e sceneggiatore Teodosio Losito, scomparso nel gennaio 2019 a 53 anni, nel registro degli indagati finisce "il Male". Secondo i concorrenti del Grande Fratello Adua Del Vesco e Massimiliano Morra, le cui parole in diretta hanno trovato orecchie attente a Piazzale Clodio, "il Male" è il produttore Alberto Tarallo, 67 anni, già azionista e plenipotenziario della Ares Film, la macchina da soldi della fiction italiana poi fallita travolgendo i soci.

In una lettera di Losito, che Tarallo legge a Non è L’Arena, lo sceneggiatore scomparso prova ad assumersi la paternità dei flop che hanno messo in crisi la società e chiede perdono per il suo gesto. Losito, che si impicca con la sciarpa della madre nella villa di Zagarolo di cui aveva ormai solo la la nuda proprietà, aveva una polizza vita da 300mila euro. Attorno a quella polizza di cui è beneficiario Tarallo, e al testamento scritto a mano nel 2007 nominando il compagno di lavoro e di vita proprio erede universale, ruotano interessi contrapposti. Uditi i dialoghi del Grande Fratello, che evocano un clima di mistero del mondo Ares – e delle sue dinamiche rappresentate secondo modelli settari – sono i familiari di Losito a presentare un esposto in procura e a preparare la battaglia per l’eredità.

L’inchiesta-bis per istigazione al suicidio, affidata al pm Carlo Villani, subito diventa una sfilata di testimoni del mondo dello spettacolo e della politica. Il pm, in un fitto calendario di audizioni, ascolta l’ex socia di Ares, ora parlamentare di Forza Italia, Patrizia Marrocco; gli attori Gabriel Garko, Giuliana De Sio, Nancy Brilli e Manuela Arcuri; la conduttrice tv Barbara D’Urso. L’Ares-gate monta tra rivelazioni e suggestioni. Un mondo nascosto. Trame e carriere sfornate a ritmo intensivo utilizzando star riconosciute o lanciando "attorucoli" (definizione dello stesso Tarallo a proposito di Morra e Del Vesco), tra cachet d’alto bordo, gossip ’pettinato’ e relazioni personali studiate per compiacere il pubblico. I protagonisti ridotti a marionette, oppure complici del sistema? Tarallo non ha dubbi: "Nessuna costrizione, soltanto una certa disciplina, la giusta contropartita per compensi stellari. Anche a me piacerebbe guadagnare centinaia di migliaia di euro senza fare sacrifici o rinunce, però nello spettacolo non funziona così". E fa l’esempio di Garko (fidanzato di facciata di Adua Del Vesco) o di Eva Grimaldi: "Avrebbero voluto rendere pubblico il proprio vero orientamento sessuale, in contrasto con i personaggi che interpretavano. Ma il pubblico delle fiction non glielo avrebbe mai perdonato". In soccorso, arriva anche Manuela Arcuri, con parole non fraintendibili su La7. Tarallo? "Un uomo molto protettivo, ti voleva aiutare. Non ha mai puntato una pistola alla tempia a nessuno. Lo difendo", dice contrastando i sospetti che Losito sia stato plagiato o lasciato in balìa di una forte depressione.

L’accelerazione nel procedimento coincide con l’acquisizione di materiale documentale nella disponibilità di Tarallo. Il produttore, tramite il suo avvocato, aveva chiesto di essere convocato dai pm. Ora sarà sentito in veste di indagato. Nessuno sa quanto valga il patrimonio da Losito: c’è chi dice 7 milioni e chi nulla. Tarallo scaccia i malpensanti: "Pur sconsigliato, ho accettato l’eredità sebbene ci fossero più debiti che soldi, per occuparmi di lui anche dopo la sua morte: il mio ultimo gesto d’amore per Teo". Ora dovrà convincere i magistrati.