Prodi si schiera con Berlusconi: "Perizia psichiatrica? Follia"

Il Prof difende l’antico avversario. E chiude sul Colle: "Sarei un incosciente". Critiche al Pd, la replica di Letta: su lavoro e giustizia sociale faremo di più

Romano Prodi

Romano Prodi

A 82 anni, senza alcuna voglia di salire al Quirinale (dice) e con la critica pronta a scattare, Romano Prodi riconosce che al suo vecchio avversario politico, Silvio Berlusconi, la giustizia ha riservato – e riserva tuttora – un trattamento davvero particolare. Così, sulla richiesta di una perizia psichiatrica da parte dei giudici del processo Ruby ter, il fondatore dell’Ulivo non si è trattenuto: "È l’ennesima follia italiana – ecco la frase più forte – e riconosco a Berlusconi il merito di avere spostato Forza Italia verso una linea europea".

È una frase che dimostra, al di là della questione personale, che Prodi al Colle non pensa, ma a restare con forza dentro l’agone politico ci punta eccome. Con un ruolo sempre più attivo. Certo, l’Italia – secondo il professore, ieri a Santena per ricevere il premio Cavour – oggi avrebbe bisogno proprio di "un nuovo Cavour", ma si ritrova comunque con Mario Draghi che le consente una posizione "privilegiatissima" con l’Europa e gli interlocutori internazionali, uomo giusto per Palazzo Chigi, ma forse meno per il Quirinale, la cui partita non si potrà risolvere, secondo Prodi, con un Mattarella bis: "I siciliani silenziosi non cambiano mai parere e Mattarella è un siciliano silenzioso", ha tagliato corto Prodi.

Insomma, il Professore c’è. Non per il Colle ("A 82 anni sarei un incosciente ad accettare un incarico settennale"), ma deciso a non mollare soprattutto sul fronte del Pd, che così come lo ha disegnato un suo allievo di sempre, il segretario Enrico Letta ("L’ho nominato sottosegretario, di lui mi fido"), non sembra convincerlo fino in fondo. "Il programma attuale del Pd è un po’ troppo ristretto, ci vuole un qualcosa che sul lavoro, sul tipo di crescita, coinvolga più la gente".

Il segretario dem ha incassato con fair play: "Credo che dobbiamo fare di più su lavoro e giustizia sociale – ha risposto ieri sera intervistato alla Festa dell’Unità di Modena dal direttore di QN-il Resto del Carlino, Michele Brambilla – e dobbiamo fare passi avanti sulla sostenibilità ambientale, occorre tenere lavoro e tutela ambientale collegate". Poi, la difesa dell’operato dem: "Sono fiero di avere un ministro del Welfare come Orlando". Giudizio condiviso al Nazareno: "Il lavoro? – il commento di Roberto Morassut – è un tema in campo, le parole di Prodi non ci colgono impreparati, abbiamo un ministro come Orlando a cui certo non si può recriminare nulla, si è esposto molto". E subito dopo, l’ex ministro Francesco Boccia: "Per la verità, se c’è il Recovery è merito del Pd e ora possiamo difendere la scuola e la sanità pubbliche, possiamo occuparci di transizione ecologica e di lotta contro il consumo del suolo". Più sfumato, ma non meno netto, anche il giudizio Walter Verini: "Penso che le grandi questioni sociali e i diritti civili siano parte dell’identità originaria e del futuro del Pd e del suo parlare a tutto il Paese".

Insomma, tutti formalmente apprezzano le parole di Prodi, ma in pochi sembrano condividere l’attivismo e l’accelerazione sul fronte di una prossima federazione a sinistra con i 5 Stelle, con i quali l’alleanza andrà fatta per necessità. E a Prodi, si sostiene in ambienti a lui vicini, l’idea di fare da regista dell’operazione non dispiace affatto, anche se un nuovo Ulivo se la dovrebbe vedere con i fragili equilibri tra le correnti nel Pd e un alleato come il M5s che ha molte incertezze sul suo futuro.