Roma, 1° luglio 2025 - Nove anni di reclusione per tutti e quattro gli imputati con le attenuanti generiche e con le conseguenze accessorie: è la pena richiesta dal procuratore capo del Tribunale di Tempio Pausania Gregorio Capasso, per Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsigila, accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo norvegese e di una sua amica. "Non è stato un processo facile, ci siamo impegnati senza farci travolgere dalle emozioni. Tutti questi ragazzi e ragazze sono stati coinvolti in una vicenda più grande di loro per la quale hanno sofferto e stanno soffrendo", ha detto Capasso.

Le attenuanti generiche riguardano la giovane età dei quattro imputati per violenza sessuale di gruppo, a cui si aggiunge la confisca preventiva dei beni e un risarcimento. Due i capi di imputazione contestati dal pm. Il capo A si riferisce a tre episodi e comprendono un primo momento in cui Francesco Corsiglia viene prima respinto dalla studentessa, poi un secondo episodio in cui sempre Corsiglia consuma un rapporto con gli altri che, secondo l'accusa, guardano e intervengono. Più un terzo rapporto di gruppo di cui sono presenti vari video e per il quale il pm Capasso sostiene che Corsiglia fosse presente e abbia girato almeno in parte i video. Il capo B riguarda le fotografie scattate mentre l'altra ragazza dormiva e che coinvolgono Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Al termine delle otto ore di requisitoria, tra ieri e oggi, gli interventi dei legali delle parti civili.
"Come posso non immedesimarmi in un praticante che aspetta un figlio? Mi immedesimo in questo praticante prossimo padre, imputato, che dice con una certa umiltà: "Eravamo tutti consapevoli”. Ecco. Il problema di questo processo è che tutto è controvertibile. Quello che non è lo è, è che non tutti eravamo consapevoli perché c'era una persona che dormiva". Con queste parole ha iniziato la discussione, l'avvocato Vincio Nardi, legale di parte civile della seconda ragazza presente nel residence in Costa Smeralda, la notte del presunto stupro di gruppo di cui sono accusati Ciro Grillo e i suoi tre amici.
Dopo Nardi ha preso la parola l'avvocata Giulia Bongiorno, legale di parte civile della presunta vittima di stupro di gruppo, che ha iniziato così il suo intervento:
"E' mio dovere richiamare puntualmente alcuni atti. Inizio dicendo che quel ''troi…" della mia assistita prima non lo era, ma dopo la vodka lo è diventata''. "Secondo me giuridicamente basterebbero queste parole per definire tutto. Viene ripetutamente definita troi… non perché lo era all'inizio, ma perché lo diventa dopo tanto così di vodka. Atti che fanno venire i brividi". E ancora: "La mia assistita è stata sentita in quest'aula con un esame che è durato 35 ore. Le sono state poste 1.675 domande, la commozione l'ha travolta per 18 volte, al punto che è stato necessario interrompere l'udienza - prosegue Giulia Bongiorno - Non so se nella storia giudiziaria esiste un'altra teste alla quale sono state rivolte 1.675 domande. Resterà credo cristallizzato in questo processo il fatto che il contraddittorio non è stato limitato". "Attenzione però: esistono anche diritti della vittima - dice la legale - Io non so come si possono sopportare tutte quelle domande. Ma lei ha retto. Ha retto 1.675 domande rispondendo sempre in modo coerente. Quando non la ricorda dice non lo so, non inventa mai".
"Questa ragazza fino a oggi non è mai stata denunciata. Come mai nessuno ha denunciato per calunnia se mentiva. Perché? Tutti ieri erano concentrati a vedere Ciro in lacrime, anche la mia assistita, anche lei era in lacrime, ricordate?", dice ancora Bongiorno. "La violenza nei confronti delle donne nasce da una discriminazione dell'uomo nei confronti delle donne. Attenti: qui il problema è che tuttora, nel 2025, ci sono uomini che ritiene la donna essere inferiore e irrilevante la sua libertà e la volontà di autodeterminarsi. In questo processo emerge questa visione della donna, donna il cui consenso vale zero'', dice. La sua arringa proseguirà nell'aula del Tribunale di Tempio Pausania per tutto il pomeriggio.
Queste invece le parole dell’avvocato Gennaro Velle, che difende Francesco Corsiglia con la collega Antonella Cuccureddu. "Ci aspettavamo una richiesta di condanna ad una pena molto elevata. Nella nostra discussione faremo rilevare tutti quelli che sono gli elementi che tolgono attendibilità alla persona offesa e le prove che ci sono sull'innocenza del mio assistito. Certamente non è finita qui, attenderemo poi il verdetto dei giudici, ma abbiamo tutte le frecce nel nostro arco per arrivare, speriamo, ad una conclusione positiva del processo".
Le lacrime di Grillo Jr
Ieri il figlio di Beppe Grillo aveva rilasciato per la prima volta pochi minuti di dichiarazioni spontanee nell’aula a porte chiuse. Visibilmente provato in aula, Ciro Grillo affiancato da Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, più volte nel corso della requisitoria durata quasi sette ore del procuratore ha scosso la testa, fino ad arrivare a tenersi il capo tra le mani e singhiozzare. "Nessuno di noi ha mai approfittato di qualcuno o qualcosa - ha affermato il principale imputato ribadendo la sua innocenza e quella dei suoi tre amici - Ho studiato giurisprudenza proprio per questo processo, sono praticante avvocato, credo nella giustizia e vorrei continuare a crederci".
Capasso ha incentrato la sua ricostruzione della vicenda soffermandosi sullo stato di inferiorità psicofisica della studentessa durante la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villetta di proprietà della famiglia Grillo a Porto Cervo. "Che la ragazza e i ragazzi fosse brilli lo ammettono loro stessi - ha sottolineato il procuratore - La giovane aveva consumato molto alcol durante tutta la serata per locali e poi nella casa in uso a Ciro Grillo dove ha bevuto un beverone preparato dai quattro contenente vodka e lemon soda. Era a digiuno tutto il giorno e anche la sera. A questo si aggiunge la stanchezza per la giornata e nottata trascorsa".
Il procuratore ha poi spostato l'attenzione sulla sequenza temporale delle presunte violenze sessuali consumate nella villetta in Costa Smeralda. "Sul fatto in sé le versioni degli imputati e della ragazza coincidono, ma la chiave di lettura del processo la troviamo qui, nell'ordine temporale degli eventi. Quella fornita dai ragazzi non è logica". Capasso ha messo in dubbio la sequenza dei rapporti sessuali, quello tra la giovane e Francesco Corsiglia prima in camera e poi in bagno sotto la doccia, che per l'imputato è avvenuta intorno alle 6 del mattino, e quella di gruppo che, per l'accusa, avviene sicuramente intorno alle 9. Sposta dunque la presunta violenza ad opera di Corsiglia intorno alle 7.30, smentendo ciò che sostengono da sempre gli imputati, ossia che la ragazza ha accompagnato l'imputato in auto a prendere delle sigarette tra il rapporto con lui e quello di gruppo.