Il fermo immagine da un video dei carabinieri dell’arresto di Matteo Messina Denaro

L'Aquila, 19 gennaio 2023 - "Fino a stanotte ero incensurato. Poi non so che è successo". È laconico Matteo Messina Denaro, e anche sottilmente irridente quando risponde all’agente penitenziario che lo registra nel supercarcere "Le Costarelle" all’Aquila. Alla domanda sulla residenza replica beffardo: "Non ne ho mai avuta una". Poi spegne il volume e tace. "Non intendo parlare né collaborare", avrebbe detto subito ai magistrati palermitani, restando così nel solco indicato dai "bad four" delle stragi: Riina, Bagarella e Graviano che non hanno mai parlato né collaborato. Un proposito confermato dal colloquio psichiatrico, dal quale è emersa la volontà di non pentirsi. D’altra parte, dall’allievo educato alla scuola corleonese era arduo aspettarsi altro. La prima giornata al 41 bis si dipana nel distacco più totale. MMD lo rompe solo per scrivere un bigliettino di ringraziamento ai Ros e ai Gis, i carabinieri che lo hanno arrestato e tradotto nel supercarcere: "Mi hanno trattato con rispetto e umanità". Niente giornali, niente libri e neppure mangia un boccone fino a sera. Salvatore Baiardo e l'intervista su Messina Denaro, Di Matteo: "Non va sottovalutata" Olio ed eolico, il lavoro è Cosa Nostra. Così Messina Denaro ha cementato il consenso Nonostante faccia il duro, si capisce che è sotto choc, che sta cercando di elaborare la cattività, lo straniamento per quel regime ovattato, in una cella di quattro metri per tre che confina con quelle di Filippo Graviano e Carlo Greco. A scandire la giornata soltanto la sua ora d’ aria e le dormite all’interno della sua piccola stanza sorvegliata a vista. Ad ogni modo, ha organizzato i suoi spazi ed è stato molto attivo, mostrandosi sempre sorridente con il personale incrociato nel carcere, secondo quanto trapela da indiscrezioni che aggiungono: "Il suo sarebbe un comportamento anomalo rispetto a come si comportano di solito i detenuti al 41 bis". Non ha soldi, gli viene assegnato una piccola indennità dall’amministrazione del carcere. Il ricambio con la biancheria gli viene fornito dal cappellano che racconta le prime 24 ore del padrino che non era mai stato dietro le sbarre. L’isolamento nella "Fortezza" (così chiamano il supercarcere) è totale e, nonostante non voglia apparire sfasato mostrandosi cordiale e a tratti sorridente, capisce che il 41 bis non è un soggiorno da grand hotel. "Per 24 ore non ha acceso la televisione, anche solo per guardare quello che viene messo in onda su di lui e sul suo arresto. Nulla, niente libri o giornali. Resta seduto sul letto a pensare", dice il prete. Arriva la psicologa, gli parla, risponde a monosillabi, ha solo voglia di tornare nel bugigattolo, letto e comodino inchiodati per terra, nessun fornello. Sebbene "u sicc" venga considerato in buone condizioni, addirittura tonico e palestrato, si sta allestendo in queste ore, all’interno del carcere una stanza-infermeria per somministrargli la chemioterapia che dovrebbe iniziare oggi. Si è preferito scegliere questa opzione alla luce delle difficoltà logistiche legate al trasporto in ospedale di un detenuto in regime di massima sicurezza due volte a settimana. A coordinare le cure sarà il primario del reparto di oncologia dell’ospedale universitario San Salvatore dell’Aquila, Luciano Mutti. "Gli ho spiegato che è nelle mani dello Stato e gli ho detto che avrà piena assistenza medica. Lui ha ringraziato", ha detto il procuratore de Lucia. Oggi, nell’aula bunker di Caltanisetta la faccia del boss potrebbe fare capolino in videocall. A difenderlo sarà la nipote: l’avvocata Lorenza Guttadauro, moglie di Girolamo Bellomo, detto Luca, già arrestato, figlia di Rosalia Messina Denaro e di Filippo Guttadauro, fratello dell’ex capomafia di Brancaccio Giuseppe Guttadauro. Fino a oggi era sempre stato difeso da avvocati d’ufficio. Oggi riprende il processo d’appello che vede MMD alla sbarra con l’accusa di essere stato tra i mandanti delle stragi mafiose. In primo grado è stato condannato all’ergastolo. E si capirà qual è la sua strategia. Ma quasi tutti sono pronti a scommettere che farà scena muta.

Cronaca

L'Aquila, 19 gennaio 2023 -&nbsp;"Fino a stanotte ero incensurato. Poi non so che è successo". È laconico <a href="https://www.quotidiano.net/cronaca/covo-messina-denaro-1.8464773">Matteo Messina Denaro</a>, e anche sottilmente irridente quando risponde all’agente penitenziario che lo registra nel supercarcere "Le Costarelle" all’Aquila. Alla domanda sulla residenza replica beffardo: "Non ne ho mai avuta una". Poi spegne il volume e tace. "Non intendo parlare né collaborare", avrebbe detto subito ai magistrati palermitani, restando così nel solco indicato dai "bad four" delle stragi: Riina, Bagarella e Graviano che non hanno mai parlato né collaborato. Un proposito confermato dal colloquio psichiatrico, dal quale è emersa la volontà di non pentirsi. D’altra parte, dall’allievo educato alla scuola corleonese era arduo aspettarsi altro. La prima giornata al 41 bis si dipana nel distacco più totale. MMD lo rompe solo per scrivere un bigliettino di ringraziamento ai Ros e ai Gis, i carabinieri che lo hanno arrestato e tradotto nel supercarcere: "Mi hanno trattato con rispetto e umanità". Niente giornali, niente libri e neppure mangia un boccone fino a sera. 
<a href="https://www.quotidiano.net/cronaca/salvatore-baiardo-intervista-messina-denaro-1.8466013">Salvatore Baiardo e l'intervista su Messina Denaro, Di Matteo: "Non va sottovalutata"</a> 
<a href="https://www.quotidiano.net/cronaca/messina-denaro-patrimonio-1.8464816">Olio ed eolico, il lavoro è Cosa Nostra. Così Messina Denaro ha cementato il consenso</a> 
Nonostante faccia il duro, si capisce che è sotto choc, che sta cercando di elaborare la cattività, lo straniamento per quel regime ovattato, in una cella di quattro metri per tre che confina con quelle di Filippo Graviano e Carlo Greco. A scandire la giornata soltanto la sua ora d’ aria e le dormite all’interno della sua piccola stanza sorvegliata a vista. Ad ogni modo, ha organizzato i suoi spazi ed è stato molto attivo, mostrandosi sempre sorridente con il personale incrociato nel carcere, secondo quanto trapela da indiscrezioni che aggiungono: "Il suo sarebbe un comportamento anomalo rispetto a come si comportano di solito i detenuti al 41 bis". 
Non ha soldi, gli viene assegnato una piccola indennità dall’amministrazione del carcere. Il ricambio con la biancheria gli viene fornito dal cappellano che racconta le prime 24 ore del padrino che non era mai stato dietro le sbarre. L’isolamento nella "Fortezza" (così chiamano il supercarcere) è totale e, nonostante non voglia apparire sfasato mostrandosi cordiale e a tratti sorridente, capisce che il 41 bis non è un soggiorno da grand hotel. "Per 24 ore non ha acceso la televisione, anche solo per guardare quello che viene messo in onda su di lui e sul suo arresto. Nulla, niente libri o giornali. Resta seduto sul letto a pensare", dice il prete. Arriva la psicologa, gli parla, risponde a monosillabi, ha solo voglia di tornare nel bugigattolo, letto e comodino inchiodati per terra, nessun fornello. 
Sebbene "u sicc" venga considerato in buone condizioni, addirittura tonico e palestrato, si sta allestendo in queste ore, all’interno del carcere una stanza-infermeria per somministrargli la chemioterapia che dovrebbe iniziare oggi. Si è preferito scegliere questa opzione alla luce delle difficoltà logistiche legate al trasporto in ospedale di un detenuto in regime di massima sicurezza due volte a settimana. A coordinare le cure sarà il primario del reparto di oncologia dell’ospedale universitario San Salvatore dell’Aquila, Luciano Mutti. "Gli ho spiegato che è nelle mani dello Stato e gli ho detto che avrà piena assistenza medica. Lui ha ringraziato", ha detto il procuratore de Lucia. 
Oggi, nell’aula bunker di Caltanisetta la faccia del boss potrebbe fare capolino in videocall. A difenderlo sarà la nipote: l’avvocata Lorenza Guttadauro, moglie di Girolamo Bellomo, detto Luca, già arrestato, figlia di Rosalia Messina Denaro e di Filippo Guttadauro, fratello dell’ex capomafia di Brancaccio Giuseppe Guttadauro. Fino a oggi era sempre stato difeso da avvocati d’ufficio. Oggi riprende il processo d’appello che vede MMD alla sbarra con l’accusa di essere stato tra i mandanti delle stragi mafiose. In primo grado è stato condannato all’ergastolo. E si capirà qual è la sua strategia. Ma quasi tutti sono pronti a scommettere che farà scena muta.

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