Mercoledì 24 Aprile 2024

Prima i vaccini Poi penseremo alle nostre ferie

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Davide

Nitrosi

Al generale Figliuolo è stato affidato il compito di organizzare la più grande e complessa campagna di vaccinazione mai avvenuta in Italia. Non sarà una guerra, ma se la definite una battaglia non andate lontano. In tutte le battaglie, un’arma determinante è la logistica. Se non arrivano viveri e munizioni, si ferma tutto. E il nemico riprende il terreno. Portare i vaccini a milioni di italiani, garantire la catena del freddo per la loro conservazione, gestire le consegne di cinque diverse multinazionali, iniettare le dosi in modo sicuro e controllato, verificare lo stato di salute di chi ha ricevuto il siero prima e dopo l’intervento, è forse ancora più complesso che caricare gli Hercules e paracadutare armi, vitto e posta alle truppe.

La macchina è complessa, come si dice, e sinceramente è comprensibile che il generale tirato per la minetica con la richiesta di portare i vaccini nelle spiagge e nelle valli alpine dove soggiornano i turisti, abbia storto il naso. Inseguire le vacanze degli italiani è impossibile. Non stupiamoci se Figliuolo se ne sia uscito con un’osservazione da militare: programmate le vacanze in base al vaccino. Ci sta. Anche perché vaccinarsi non è solo un diritto, ma anche un atto di solidarietà. Ci si vaccina per evitare il virus, per non mettere in pericolo le altre persone, e pure per garantire al Paese di ripartire. Chiederci uno sforzo di logistica familiare, organizzando le ferie in base alla tutela della salute, forse è il minimo.