Prima gli Usa Pfizer non fa beneficenza

Cesare

De Carlo

America First, dice il buon Biden. Ma non era lo slogan del cattivo Trump? Prima si vaccinano gli americani. E se continua così, a due milioni di inoculazioni al giorno, presto entro maggio avremo (ci sono dentro anch’io) l’immunità di gregge. Poi sarà rifornito il mercato europeo. È giusto? Giustissimo. Pfizer, Moderna, Johnson and Johnson non sono enti federali e nemmeno organizzazioni non profit. Sono aziende private americane. Un anno fa, mentre in Italia si finanziavano i banchi con le ruote, i monopattini, i bonus a pioggia, hanno ricevuto dal governo fra i 12 e i 14 miliardi di dollari. Thank you Trump! E così si sono mobilitate in una competizione che solo il mercato poteva accendere. Hanno elaborato, sperimentato, prodotto, distribuito vaccini in sette mesi e non in sette anni.

Un miracolo. E ora se ne vedono i frutti. Ritorna la normalità. Basta maschere e lockdown. L’altro giorno ho riabbracciato i miei nipoti. Leggo da qualche parte che il vaccino è un bene universale. Potrebbe esserlo se a finanziarlo fosse la screditata OMS, quella che un anno fa lodava il regime comunista cinese per la sua ’trasparenza’. Ma Pfizer e le altre hanno firmato contratti vincolanti. Li stanno onorando. Retorica a parte, voglio dare una buona notizia. Fra un paio di mesi gli americani ’nuoteranno’ nei vaccini. Lo prevede il Wall Street Journal. Amici e parenti italiani, tenete duro.

([email protected])