Giovedì 18 Aprile 2024

Prima dose a più persone possibili Pfizer e Moderna: slitta il richiamo

Crollano i ricoveri, nel Lazio sono scesi del 91% tra gli over 80. Zingaretti: "Vicini all’immunità di gregge"

di Elena G. Polidori

Arrivano altri 2,5 milioni di dosi di vaccini di cui 360mila di Moderna che già oggi, a detta del commissario per l’emergenza, Francesco Figliuolo, cominceranno a partire per le Regioni. Ma la novità vera sul fronte della campagna vaccinale che prosegue a marce forzate – e che ieri ha fatto registrare 10.585 nuovi casi, 267 morti, ma con un calo delle terapie intensive di 55 unità su 236 – con il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che annuncia addirittura la possibilità di raggiungere, nella Regione, l’immunità di gregge in tempi brevi (la vaccinazione completa anti-Covid negli over 80 ha ridotto nel Lazio del 91% l’incidenza da ricovero in questa fascia di età), è la nuova direttiva del Cts riguardo la modalità di somministrazione dei due vaccini a mRna, ossia Pfizer e Moderna. Con una nuova circolare, il ministero della Salute ha esteso l’intervallo temporale tra le dosi di vaccini a mRNA e ha dato nuove indicazioni anche sulla seconda dose di AstraZeneca. Visto comunque, che restano in molti quelli che per questioni anagrafiche o per patologie pregresse possono essere considerati a rischio di sviluppare una forma aggressiva di Covid (addirittura fatale),è stato deciso di portare il richiamo a 42 giorni dalla prima dose, per avere la possibilità di vaccinare più persone con i flaconi fino a ora disponibili. "Pur a fronte di studi che indicano come l’intervallo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a RNA messaggero (PfizerBioNtech e Moderna) sia di 21 e 28 giorni rispettivamente – scrive il Cts – è raccomandabile un prolungamento nella somministrazione della seconda dose nella sesta settimana dalla prima dose".

L’iniezione della seconda dose entro i 42 giorni dalla prima non inficia l’efficacia della risposta immunitaria, inoltre la prima somministrazione di entrambi i vaccini conferisce già efficace protezione rispetto allo sviluppo di patologia Covid grave in un’elevata percentuale di casi (maggiore dell’80%). E ancora, in uno scenario in cui vi è necessità di coprire un elevato numero di soggetti a rischio, "è opportuno dare priorità a strategie di sanità pubblica che consentano di coprire dal rischio il maggior numero possibile di soggetti nel minor tempo possibile". Sul fronte AstraZeneca, invece, sempre il Cts ritiene anche che i soggetti che hanno ricevuto la prima dose del vaccino senza sviluppare problemi, "non presentino controindicazione per una seconda somministrazione del medesimo tipo di vaccino".

Insomma, la campagna vaccinale finalmente corre, ma nel Lazio hanno cominciato a correre prima degli altri. E il governatore, Nicola Zingaretti, se ne fa giustamente un vanto. "Noi se corriamo e andiamo avanti presto avremo l’immunità di gregge. Sabato mi vaccinerò con AstraZeneca perché sono nato nel 1965, è un segnale di speranza".

L’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ha spiegato che il presidente della Regione si è prenotato online e ha scelto quel tipo di vaccino "come Draghi e la Merkel – ha sottolineato D’Amato –. Non esistono vaccini di serie A e B. I vaccini sono sicuri e abbiamo visto come hanno contribuito al tasso di letalità nel Regno Unito. Il problema non è il vaccino, ma il virus". Secondo uno studio del Dipartimento di Epidemiologia del Lazio, l’incidenza di ricovero per Covid-19 nei vaccinati è del 2,71000 rispetto al 271000 dei non vaccinati a parità di genere, età e comorbidità. Dall’indagine emerge che tra gli over 80 è attribuibile quasi un terzo dei ricoveri per Covid-19 (il 28%) e oltre il 58% dei decessi. "Quindi sono stati evitati 267 ricoveri per queste persone cioè quasi 4mila giorni di degenza. È un risultato straordinario", ha commentato Marina Davoli, direttore del Dipartimento di Epidemiologia del Lazio.