Martedì 16 Aprile 2024

Prima arbitra in serie A. La rivoluzione normale di Maria Sole

Quando decreta il rigore qualche fischio dagli spalti (come a un uomo). "Ma è un sogno, mi hanno accolta bene"

Maria Sole Ferrieri Caputi a muso duro con un giocatore della Salernitana

Maria Sole Ferrieri Caputi a muso duro con un giocatore della Salernitana

Somiglia molto alle altre volte in cui la parità è stata raggiunta per davvero, con i maschietti quasi intimiditi: di sicuro la prima volta di una donna arbitro in serie A non poteva filare più liscia. Se era uno spot che il calcio si voleva creare con questa scelta storica, lo ha avuto pienamente.

E al di là dei tifosi che la ricorderanno anche per il risultato, 5-0 del Sassuolo sulla Salernitana, è chiaro che la corsa per novanta minuti più recupero di Maria Sole Ferrieri Caputi sul prato del Mapei Stadium di Reggio Emilia è stata in realtà un balzo nel futuro, per lo sport e per la civiltà, anche senza voler scomodare parole pesanti come ’diritti’.

Le parole che lei ha speso in serata alla Domenica Sportiva spiegano tutto: "È stato emozionante, ho coronato un sogno che cullavo da quando avevo iniziato 16 anni fa. E tutti mi hanno accolto benissimo, in parte è stata una festa".

La cronaca parla di un impegno sportivo reso molto facile dallo squilibrio tra le due squadre, di una partita in discesa perché si è rivelata subito poco combattuta (due ammoniti), con l’unico brivido del rigore assegnato dalla Ferrieri Caputi e poi confermato anche dal Var. E lì qualche fischio dai tifosi salernitani è arrivato, come se ci fosse stato un uomo.

La storia riporterà il risultato e la data, non le sfumature che invece fanno la differenza proprio sul piano culturale. E considerando che parliamo di un arbitro, è un’altra la vera vittoria per la trentunenne livornese laureata in Scienze politiche e Sociologia che lavora per la fondazione Adapt e per l’Università di Bergamo. Gli applausi all’uscita sono stati l’unico momento in cui è uscita dal mantello dell’invisibilità. Si dice sempre che un arbitro bravo è quello che non si vede: ieri è andata proprio così.

Ecco, magari servirebbero subito molte colleghe di Maria Sole da mandare sui prati di tutta la serie A per svelenire il clima e ridurre le proteste: probabilmente ieri anche i giocatori hanno sentito l’importanza dell’evento, perché le uniche rimostranze, al momento del rigore ovviamente, sono state molto pacate. Alcune scene fanno tenerezza, come il centrocampista dei campani Maggiore che sembra voler mettere dolcemente una mano sulla spalla dell’arbitro (tocco proibito anche se fosse un uomo...) e la ritrae in tempo con fare pudico.

Purtroppo un’arbitra (a lei non interessa come la si chiama) non fa primavera, anche se in mattinata in albergo Maria Sole aveva ricevuto fiori dai colleghi della sezione Aia di Reggio: ai colleghi maschietti, che un po’ la invidieranno, i calciatori mica riservano lo stesso rispetto. E sarà da verificare se questo atteggiamento sarà confermato in gare più combattute, cosa di cui dubitiamo. Ma intanto la Lega calcio ha twittato i suoi complimenti ("prima donna ad arbitrare nella nostra massima serie, ma non sarà l’ultima"), il primo passo è stato fatto: quel fischio d’inizio sotto il sole di Reggio Emilia poco dopo le 15 ha il sapore di una conquista per tutti. Basti pensare che probabilmente dopo ieri sera ci saranno bambine che sogneranno di fare un giorno l’arbitro senza essere guardate come se fossero degli alieni.