Venerdì 19 Aprile 2024

Preti sposati, l'allarme del vescovo brasiliano: "Rischio violenza nella Chiesa"

Sale la tensione dopo la proposta del Sinodo panamazzonico. Monsignor Flavio Giovenale sostiene la riforma, ma avverte: "Troppa intransigenza, ora cresceranno gli attacchi a Papa Francesco: c'è chi vuole farlo cadere"

Il vescovo di Cruzeiro do Sul, Flavio Giovenale

Il vescovo di Cruzeiro do Sul, Flavio Giovenale

Città del Vaticano, 30 ottobre 2019 - Un pontificato ad alta tensione, oggi ancora più di ieri. Strano destino quello della Chiesa di papa Francesco che, dopo le polemiche per il cauto via libera alla Comunione ai divorziati risposati, tre anni fa, ora, all’indomani del Sinodo speciale dei vescovi sull’Amazzonia, si trova attraversata da voci di scisma e da allarmi su un possibile clima di violenza e intransigenza fra i credenti. A rinverdire la dialettica nel corso di un papato, che, al netto dei risultati tangibili ottenuti (pochi rispetto ai potenziali, è opinione diffusa), si caratterizza per una totale libertà di parola su riforme in precedenza giudicate eretiche a priori, è la questione dell’ordinazione sacerdotale di uomini sposati (già diaconi permanenti).

Il Sinodo nel documento finale ha chiesto al Papa di considerare questa possibilità per la regione amazzonica. Di fatto è una forma temperata dell'ipotesi dei cosiddetti viri probati (la consacrazione di maschi laici coniugati) di cui si parla fin dal Vaticano II (1962-1965). Entro l’anno dovrebbe vedere la luce l’esortazione apostolica post sinodale che dirimerà la vicenda. La richiesta è stata votata dai due terzi dei membri dell’assemblea episcopale (128 placet contro 41 no), ma, premesso che a questo punto risulterebbe difficile per il Pontefice giustificare un mantenimento pieno dello status quo (sostanziale celibato per i preti di rito latino), la dialettica intraecclesiale è rovente: da una parte, il fronte ultraconservatore, che, fin da prima dell’assise, agita lo spettro di uno scisma davanti al varo definitivo del clero uxorato; dall’altra, l’ala progressista che, non solo auspica un dibattito in materia anche al prossimo processo sinodale in Germania (si parte a dicembre) e al concilio del 2020 in Australia, ma, almeno in certe sue componenti, mette in guardia su una crescente violenza nella Chiesa.

“Non mi preoccupa la possibilità che anche altrove si discuta dell’ordinazione di uomini sposati – spiega il vescovo Flavio Giovenale, al timone della diocesi brasiliana di Cruzeiro do Sul, tra i dodici moderatori dell’assemblea sinodale panamazzonica –. Credo sia positivo, d'altronde il celibato non è un dogma. I preti sposati, una realtà nelle Chiese cattoliche di rito orientale e ai tempi di Gesù, dove dei Dodici probabilmente solo Giovanni era senza moglie, possono contribuire a una maggiore umanizzazione del clero, a un superamento della distanza fra laici e presbiteri. Piuttosto ho paura di una deriva violenta tra noi cattolici di cui avverto gravi avvisaglie“. Quanto accaduto a due passi dal Vaticano, nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, dove tre statuette indigene sono state gettate nel Tevere (sono state poi ritrovate) da alcuni tradizionalisti inferociti contro simboli definiti “pagani“, ha lasciato il segno su monsignor Giovenale. “ Ho come l’impressione che nella Chiesa facciamo sempre più fatica a vivere la comunione tra sensibilità diverse – argomenta il salesiano –. Eppure dovremmo ricordarci che già gli apostoli avevano provenienze e orientamenti differenti: per esempio, Matteo era un pubblicano, lavorava per i romani; Simone lo zelota, invece, combatteva l’invasore. Come dire, vi era un’estrema destra e una sinistra radicale che comunque sono riuscite a confrontarsi, a restare unite, superando la tentazione dell'intransigenza“.

Facile scommettere che molto dipenderà da quanto deciderà il Papa. L’intensificarsi di attacchi ai suoi danni è più che prevedibile. “Anche il tema dei preti sposati sarà usato da chi sta cercando di far cadere Francesco – avverte Giovenale –. Se guarda a destra, dicono che doveva voltarsi a sinistra, se vira a sinistra, lo rimproverano che era meglio andare a destra. Per costoro qualsiasi cosa faccia il Pontefice è sbagliata a priori“. Tra i grandi accusatori figura almeno una parte di coloro che a Bergoglio rimproverano un’attenzione pastorale troppo sociale. Nel mirino moniti e gesti del Papa sull’immigrazione, i rom, i clochard. “Dio si è fatto uomo, si è incarnato, Gesù ha condiviso fino alla fine la nostra condizione – ricorda il vescovo dell'Amazzonia – . La sua predicazione è avvenuta guarendo i malati, mangiando con i corrotti, toccando i lebbrosi e rendendosi così immondo lui stesso. Anche Cristo è stato criticato dai farisei del suo tempo“.