Giovedì 18 Aprile 2024

Pressing sulle mascherine: basta, via subito

Salvini va da Draghi e chiede la revoca dell’obbligo all’aperto. Muro dell’ala prudente del governo, si lavora a una mediazione sul 15 luglio

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di Antonella Coppari

Una data ancora non c’è. C’è chi punta alla fine di luglio e chi al primo, e non è escluso che si finisca con la tipica mediazione salomonica il 15. A guardare bene una settimana in più o in meno cambia poco. L’obbligo di portare le mascherine anche all’aperto sta per svanire. "È l’obiettivo del governo, ed è vicino", conferma Di Maio. Come nel caso del coprifuoco ferve il dibattito fra i più prudenti e gli irruenti alla Salvini per cui ieri sarebbe troppo tardi come ha spiegato a Draghi nell’incontro a Palazzo Chigi. Ma è una questione di lana caprina.

Che accada ora o tra qualche settimana ("Sarebbe bello succeda all’inizio del prossimo mese", scandisce il sottosegretario alla Salute, Sileri), sarà il segnale del ritorno alla normalità. Naturalmente la mascherina non uscirà dalla nostra vita, solo che – sull’esempio della Francia – verrebbe capovolto il principio. Attualmente. bisogna indossare sempre la protezione fuori casa, salvo che si faccia attività fisica oppure si stia in luoghi isolati e lontani da altra gente, come confermano al ministero dell’Interno con i dati degli ultimi 6 mesi in mano: dall’inizio del 2021 a mercoledì scorso, sono state sanzionate 192.338 persone per violazione delle norme Covid (divieto di assembramento e obbligo di indossare la mascherina). Ben diversa la situazione a stretto giro: non bisognerà più coprirsi bocca e naso, a meno che non si stia in luoghi affollati, in fila o negli stati.

Ricordate? La regola fu introdotta l’8 ottobre scorso dall’allora premier Conte tra contestazioni ed esitazioni; la seconda ondata ancora non aveva travolto il paese, e diffusa era l’illusione – complice il calo di contagi estivo – che l’incubo fosse finito. Così, anche se all’estero l’epidemia aveva ripreso a galoppare, l’obbligo di indossare la famigerata fascetta fu considerato da molti un’esagerazione. Storia di ieri, inutile rivangare. Oggi, però, per tutti la fine della lunga e angosciosa parentesi non coincide tanto con la cancellazione dello stato di emergenza, ma con la libertà di girare non più imbavagliati specie con la temperatura oltre i 30 gradi.

Il sondaggio lanciato ieri dal leader della Lega non ha certo valore scientifico ma quando registra un’ampia maggioranza (79%) che non vede l’ora di mettere a nudo la faccia si avvicina alla realtà. Resta da sciogliere il nodo dello stato d’emergenza: a Salvini, che sul punto ieri continuava a martellare, Draghi ha risposto rinviando tutto al 31 luglio, e cioè alla scadenza. Non si tratta solo del classico rinvio; su almeno 2 fattori conviene prende tempo per avere un quadro realistico: lo stato della vaccinazione dopo l’incidente AstraZeneca e la situazione del contagio con tanto di variante indiana in Inghilterra e in Europa.