Giovedì 18 Aprile 2024

Preso in Spagna l’ultimo cugino di Saman

La 18enne sarebbe stata uccisa la scorsa primavera perché rifiutava un matrimonio obbligato. Il parente pachistano è tra gli indagati

Migration

Lo hanno arrestato ieri mattina alle 7, in un sobborgo di Barcellona. La latitanza di Nomanulhaq Nomanulhaq, 31 anni, di nazionalità pakistana, è terminata alle prime luci dell’alba del giorno di San Valentino. Si tratta del terzo componente del ‘trio’ di parenti che avrebbe materialmente rapito, ucciso Saman Abbas (che si era rifiutata al volere della famiglia di un matrimonio combinato) e occultato il cadavere della 18enne sparita dalle campagne di Novellara, in provincia di Reggio Emilia, il 30 aprile scorso. Nomanulhaq sarebbe il complice dello zio di Saman, Danish Hasnain (considerato l’esecutore materiale del delitto) e dell’altro cugino Ijaz Ikram. Entrambi si trovano già in carcere in Italia, con lo zio recentemente estradato dalla Francia, dopo una trafila giudiziaria durata più di quattro mesi.

Le indagini. Come si è arrivati all’individuazione del nascondiglio catalano di Nomanulhaq? È stato un lavoro di accerchiamento meticoloso dei carabinieri del Comando Provinciale reggiano, in cui ha spiccato il lavoro di indagine del Nucleo Investigativo. L’accelerazione decisiva la si è avuta dopo l’arresto a Parigi di ‘zio Danish’ e la trasferta nella capitale francese degli investigatori emiliani. Grazie, infatti, al sequestro dell’utenza telefonica in possesso di Hasnain, i carabinieri hanno avuto la possibilità di individuare, tra l’elenco delle chiamate effettuate, un numero con il prefisso internazionale spagnolo. La procura reggiana, che ha coordinato le indagini col sostituto Laura Galli, su input del Nucleo Investigativo, ha richiesto all’Eurojust (l’unità di cooperazione giudiziaria europea) un ordine di indagine europeo, grazie al quale è stata posta sotto stretta osservazione quell’utenza spagnola, arrivando, così, a individuare il covo dove si nascondeva il 31enne.

La fuga. I carabinieri sono anche riusciti a ricostruire nel dettaglio la sua fuga da Novellara. In auto avrebbe raggiunto Imperia e da lì, molto probabilmente con Danish Hasnain, si è diretto, sempre con la stessa tipologia di mezzo di trasporto, verso Parigi. Dove, però, le strade dei due si dividono. Danish resta nella capitale transalpina, mentre Nomanulhaq, questa volta in autobus, varca i Pirenei, e giunge a Barcellona. Si stabilisce nel quartiere di Trinidad – esattamente in Carrer del Pare Pèrez del Pulgar (una zona periferica e povera di Barcellona, ad alto tasso di immigrazione dal sud della Spagna) – in un appartamento, accolto e protetto da una rete di connazionali che vivono lì.

L’operazione. Ieri mattina all’alba, la Guardia Civil – Brigada Provincial de Barcelona, ha rotto gli indugi: "Eravamo sicuri che fosse in casa", hanno spiegato i carabinieri reggiani informati, pressoché in diretta, dell’arresto del sospettato. Nomanulhaq non ha opposto resistenza. Ha indossato un pantalone grigio e un bomber col cappuccio di colore simile, è stato ammanettato e messo a disposizione del Juzgado Central de Instrucciòn di Barcellona. La corte dovrà convalidare il suo arresto e procedere all’autorizzazione dell’estradizione in Italia. "Resto in attesa degli sviluppi, al fine, poi, qualora concessa (l’estradizione, ndr) di conferire con l’assistito e approntare la miglior linea difensiva" ha dichiarato il suo legale italiano, l’avvocato Luigi Scarcella del foro di Reggio. Assicurati alla giustizia i presunti esecutori materiali del rapimento e uccisione di Saman, mancano solo i mandanti: i genitori della diciottenne. Su Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, nascosti in Pakistan, pende una richiesta di estradizione da parte del governo italiano dal 28 settembre scorso.

Nicola Bonafini