Preso il super boss con il pallino di Van Gogh

Arrestato a Dubai Raffaele Imperiale, narcotrafficante internazionale. Aveva nella sua villa due tele rubate ad Amsterdam

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di Nino Femiani

Nel suo paese natale, Castellammare di Stabia (Napoli), lo chiamano ‘Lelluccio Ferrarelle’, per essere stato a lungo imprenditore attivo nel settore delle acque minerali. Ma, forse, l’appellativo più calzante è ‘Rafael Empire’, per fare il verso al suo cognome e descrivere il carattere planetario di uno dei broker mondiali della droga. Raffaele Imperiale, 47 anni, ritenuto il più sofisticato narcotrafficante d’Europa e ricercato numero due in Italia, dopo Matteo Messina Denaro, è stato arrestato lo scorso 4 agosto a Dubai.

Eppure, nonostante un pedigree di questo calibro, Lelluccio era ricercato solo per una condanna a 18 anni, "scontata" a 8 e 4 mesi dopo la restituzione di due Van Gogh fatti ritrovare ai carabinieri in una villa semidiroccata di Castellamare.

Prima dello scambio – su cui probabilmente avevano dato il loro ok non solo i magistrati che indagavano su di lui, ma anche i servizi segreti e il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico, – Imperiale era stato condannato dalla gip Claudia Picciotti per traffico internazionale di droga. La sua carriera di "signore della droga", dopo la spicciativa fine di quella imprenditoriale, inizia in Olanda. Qui eredita la proprietà di un coffee shop, il Rockland, gestito da un fratello defunto. Lelluccio capisce subito che con la droga ci si può arricchire, ma non solo con hashish e marijuana legali. Inizia con il traffico di pasticche di ecstasy che trasporta a Secondigliano dove domina il clan di Paolo Di Lauro, ‘Ciruzzo o milionario’. Con i primi guadagni stabilisce una relazione duratura con Richard Van de Bunt, noto ad Amsterdam come "il biondo", proprietario di un altro coffee shop, il Betty Boop, ma antenna in Europa dei narcos colombiani Imperiale passa alla cocaina che cede all’emissario del clan, Elio Amato: roba di ottima qualità, prezzi stracciati. Solo che Amato, d’accordo con il fratello Raffaele e il cognato Cesare Pagano, decide di mettersi in proprio e rompere con i Di Lauro. Si scatena cosi la guerra tra i Di Lauro e gli Scissionisti. Una faida durata tre anni, dal 2004 al 2007, 100 morti. Ma Imperiale balza alla cronaca soprattutto per il furto dei due Van Gogh nel dicembre 2002 dal museo omonimo di Amsterdam. Lelluccio acquista dai ladri, Octave Durham e Henk Bieslijn, le due tele, valore di mercato 130 milioni di euro, per cinque milioni (qualcuno dice per soli 300 mila euro). Quando viene condannato in appello a 18 anni "contratta" lo scambio prima del giudizio finale della Cassazione: dieci anni in meno per i due dipinti tornati a brillare nella pinacoteca olandese. Poi il faraonico rifugio a Dubai, in una suite all’albergo ‘Al Arabi’, Il più iconico del Paese arabo, a forma di vela. Una latitanza dorata dove può continuare a lungo nella regia del narcotraffico internazionale, visto che a Dubai non c’è estradizione prima di una sentenza definitiva. Ora l’arresto e finalmente una foto segnaletica per quello che, finora, era un fantasma: restano tuttavia i dubbi sulla cattura di Imperale. Molti sono convinti che, come già successo in passato, Lelluccio scambierà asset e informazioni in cambio della libertà. Dea e Narcotici stanno già leccandosi i baffi.