Mercoledì 24 Aprile 2024

Presidi in fuga e 40mila aule in meno Ritorno in classe, percorso a ostacoli

Caos scuola: molti dirigenti potrebbero tornare dal Nord al Sud. Il commissario Arcuri gestirà la ripartenza.

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di Ettore Maria Colombo

È già diventato un caso la fuga di molti presidi dal Nord, dove sono stati assunti all’ultimo concorso scolastico in Lombardia, Veneto, Piemonte, Trentino o Emilia-Romagna, che, pur di non rivivere l’incubo di restare isolati lontani dai loro cari, preferiscono tornare al Sud come docenti, rinunciando così all’incarico. Presidi che scappano, dunque, verso le proprie famiglie al Sud e soprattutto lontano dal rischio di dover affrontare un altro lockdown da soli: "Per loro l’aumento di stipendio non vale il rischio del disagio", denunciano gli stessi sindacati che rappresentano i presidi.

Intanto, proprio per i ‘meriti sul campo’ guadagnati, così ritiene il governo, nella gestione dell’emergenza Coronavirus, il commissario straordinario Domenico Arcuri si occuperà anche della riapertura in sicurezza delle scuole prevista per metà settembre. Lo prevede una norma contenuta nell’ultima bozza del decreto Semplificazioni varato "salvo intese", l’altra notte, dentro il Consiglio dei ministri. La decisione di nominare Arcuri commissario suscita, immediatamente, un coro di polemiche nel centrodestra. Forza Italia "rabbrividisce al pensiero di cosa potranno fare, insieme, la Azzolina e Arcuri". La Meloni, leader di Fratelli d’Italia, si duole perché "i nostri figli meritavano decisamente altro" e il numero uno della Lega Matteo Salvini attacca a testa bassa: "Arcuri ha fallito su tutto".

Una scelta che, però, viene rivendicata, dal ministro all’Istruzione, Lucia Azzolina (M5s), con "piena soddisfazione" perché "permetterà di velocizzare l’iter per l’acquisto e la distribuzione degli arredi scolastici, come i banchi singoli di nuova generazione": Arcuri – spiega – si occuperà di fornire alle scuole gel, mascherine e "ogni necessario bene strumentale", compresi gli arredi, "utile a garantire l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020-2021".

Sarà sempre lui, Arcuri, a dover gestire proprio l’eventuale ripresa dei contagi e a dover contenere la diffusione del virus nelle scuole, partendo dai test sierologici a tappeto per docenti e bidelli. Un’altra novità che è stata ipotizzata, sempre ieri, da parte del ministero dell’Istruzione. Tutto il personale scolastico dovrebbe effettuare il test sierologico 15 giorni prima della riapertura delle scuole, il 12 settembre: è questo il suggerimento del Comitato Tecnico Scientifico. Gli studenti, invece, potrebbero essere controllati a campione durante il l’anno scolastico. Anche se, in serata, il ministro della Salute Roberto Speranza ha chiarito: "I test sierologici non saranno obbligatori, sono convinto che gli insegnanti li faranno. Io credo nelle persone e penso che questo sia il metodo da utilizzare. Poi siamo sempre in tempo a immaginare soluzioni di natura diversa".

Tornando alla questione dei presidi in fuga, i sindacati del personale docente e dell’Associazione Nazionale Presidi (Anp) chiedono anche di fare in fretta anche sulla ricerca di nuove strutture dove permettere lo svolgimento delle lezioni ai ragazzi: "Servono decine di migliaia di strutture, restano fuori almeno 40mila classi". E si fa largo anche la richiesta della figura del ‘medico di scuola’. Una figura che, secondo i sindacati, potrebbe essere recuperata grazie alle risorse stanziate, guarda un po’, con i fondi del Mes.