Venezia, preside del liceo suicida alla vigilia dello sciopero contro di lui

Vittore Pecchini, 57 anni, da mesi era al centro di contestazioni e critiche. Un'amica: l'aveva ammazzato

Vittore Pecchini

Vittore Pecchini

Venezia, 28 maggio 2019 - Suicida tre giorni prima dello sciopero organizzato contro di lui. E un’amica accusa su Facebook: "L’avete ucciso voi, avete sulla coscienza quest’uomo!". Diventa un caso lacerante, a Venezia e non solo, a causa delle tensioni nel mondo della scuola, la notizia del ritrovamento (sabato scorso) del preside Vittore Pecchini, 57 anni, agonizzante all’interno del suo camper parcheggiato poco lontano dall’abitazione di famiglia. Di origini emiliane (da Montecchio), era dirigente scolastico di sette istituti nel Veneziano, tra cui il polo tecnico professionale Cini-Venier e il plesso liceale Marco Polo. Inutili i tentativi del servizio sanitario d’emergenza per rianimarlo dopo la chiamata della moglie intorno alle cinque del pomeriggio: è infatti giunto senza vita all’ospedale civile. La donna aveva dato l’allarme perché informata da lui della sua intenzione di togliersi la vita ingerendo dei farmaci. Dopo la regata tra istituti che si è svolta al mattino a Sacca San Biagio, era tornato nella sua casa del Lido di Venezia e lì aveva deciso di farla finita. Lascia moglie e due figli.   Nell'ultimo anno Pecchini era diventato preside reggente del Marco Polo, liceo classico, artistico e musicale che in queste settimane è stato al centro della battaglia per l’accorpamento delle classi che ha visto studenti e insegnanti schierarsi contro le decisioni della dirigenza. La vicenda era iniziata due mesi fa, quando il preside aveva proposto l’accorpamento delle classi terze e quarte del liceo classico, formandone da 27-28 studenti, per far fronte al nuovo anno scolastico. La cosa aveva subito suscitato lo scontento di genitori e studenti, questi già costretti in aule troppo piccole e che avevano subito il taglio degli spazi per i laboratori, come l’aula di informatica, dove ora si svolgono le lezioni con i computer ancora all’interno di scatoloni.  Ma in questa polemica, comune a tante altre realtà territoriali, qualcuno aveva alzato il tiro. Venivano contestate al preside sia la sottovalutazione delle norme di sicurezza, sia il suo conflitto d’interessi nell’acquisizione dalla Città Metropolitana di una nuova sede a Sacca Fisola, sull’Isola della Giudecca, dal 2015 destinata al Marco Polo (all’indirizzo musicale per l’esattezza), per l’altro istituto di cui era a capo, il Venier-Cini.     Una questione che, anche dopo il pronunciamento dell’intero Consiglio comunale lo scorso 17 aprile a favore di studenti, insegnanti e genitori, era rimasta in sospeso. La protesta però era andata avanti culminando nello sciopero e nella manifestazione di fronte all’Ufficio scolastico regionale prevista per oggi. Iniziativa che è stata annullata, dopo aver appreso della tragedia di sabato. Pecchini, nato in provincia di Reggio Emilia e laureato in filosofia a Bologna, conosceva sei lingue. Era un giramondo pieno di passioni: istruttore di sub, appassionato di vela, al punto da diventare nostromo sulla nave goletta «Leeuwin» nell’Australia Occidentale e vivere, nel primo periodo del soggiorno professionale veneziano, proprio su una barca a vela. «Giro il mondo, ma Montecchio è la mia casa, lì ci sono le mie radici», confessò in un’intervista del 2012. «Ho iniziato a fare il maestro nel 1981, girando per le scuole elementari della provincia». Nel 1992 vinse il concorso per dirigente scolastico, ma già nel ‘94 era in Scozia. «Dopo mi sono spostato a insegnare a Barcellona e l’anno successivo sono tornato in Italia, dirigendo la scuola media di Rivalta».