Venerdì 19 Aprile 2024

Predatori sessuali Ricchi e insospettabili Ecco l’aguzzino della porta accanto

Da Milano le storie da brividi di Genovese, Confalonieri e Di Fazio. Le accuse: party da sballo, droga dello stupro, piani diabolici. In principio fu il massacro del Circeo, adesso l’orrore è quotidiano

Viviana

Ponchia

Aberrazioni condivise, devastazione, degrado umano. I pm di Milano non cercano eufemismi per descrivere il territorio di caccia di Alberto Genovese, l’imprenditore che giura di avere avuto solo amanti consenzienti ma in una chat di amici si dichiara "porco pedofilo con un range 1620, tecnicamente legale se non sei un parente o un professore".

Alchimista con un debole per la ketamina, irascibile al punto da lanciare soldi e scarpe dalla finestra, su di lui piove la richiesta di condanna a 8 anni di galera per violenza sessuale aggravata, in fondo non pesantissima. Tremende sono però le parole. Devastazione soprattutto. Come dopo un terremoto, il passaggio di un uragano.

Per Antonio Di Fazio, proprietario di una ditta farmaceutica con alter ego immaginario come agente del Sisde, pistola giocattolo e lampeggiante blu sulla macchina, il gup ipotizza lombrosianamente "una propensione alla devianza" che lo ha condotto a fare (e fotografare) danni sessuali a 360 gradi, tendendo trappole in cui ragazze in buona fede potevano tranquillamente cadere. L’agente immobiliare Omar Confalonieri sembra avere preso la strada del collezionismo, le accuse di violenze sessuali favorite da tisane assassine si rincorrono attorno allo stesso schema: ti faccio vedere la casa, ti drogo e abuso della tua compagna con l’aiuto della mia.

Che cosa hanno in comune Genovese, Di Fazio e Confalonieri è evidente. E no, non è il fatto che sono tutti mediamente benestanti se non addirittura ricchi, diabolici a livello di progetto e di esecuzione, definibili, se non si offendono, predatori sessuali. Quello che hanno in comune è il fatto di essere insospettabili. Addirittura appetibili se piace il genere.

Uno ha fatto i milioni, l’altro vuole bene alla mamma, il terzo gira con la moglie. Eleganti. Senza bernoccoli in testa che possano testimoniare tendenze al crimine. Non malati e non residenti a Hollywood. Uomini che trovi in ufficio, in una squadra di pallavolo, nelle corsie di un ospedale e all’università. E che stasera potrebbero andare a cena con vostra figlia. Hanno in comune un cervello che batte un tempo storto senza essere pazzi. Adorano le asimmetrie di potere. E possono ringraziare chi finge di non vedere.

Negli anni ’90, quando ancora il fenomeno non era di moda, John Douglas li paragonava a uccelli notturni, rapaci che approfittano del buio per saltare sulla preda. Douglas era stato capo dell’unità investigativa dell’Fbi che ha disegnato l’identikit di Unabomber, lo Sherlock Holmes che ispirò Jack Crawford per il romanzo (e poi il film) Il silenzio degli innocenti. Chi meglio di lui. Ma solo dopo il caso Weinstein è diventato urgente definire un predatore sessuale.

Ci sarebbero quattro punti, cui va sovrapposto il curriculum dei nostri eroi per capire. Sul desiderio di controllo niente obiezioni: tutti e tre invadono l’integrità fisica o emotiva altrui, sottomettono e prendono il potere. Narcisismo: si considerano superiori alle vittime, infatti prendono anche le decisioni al posto loro. Asocialità: che non significa evitare gli altri ma stare alla larga dall’empatia. "Mi sono allontanato dalle persone che erano i miei amici storici sani – dice infatti Genovese. Gli altri, quelli che stavano con lui per i regali e le vacanze e "cercavano di farsi mettere incinta" sono spariti da soli un secondo dopo l’arresto. E quarto punto, il sesso come possesso, connotazione primitiva che non ha bisogno di spiegazioni perché viene fuori dai verbali delle inchieste.

Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira, gli autori della strage del Circeo, a loro volta avevano caratteristiche compatibili: sadici aguzzini della Roma bene, insospettabili "pariolini". Era il 1975 e quel massacro si è stampato nella memoria collettiva come unico nel suo genere. Oggi cadono idoli e rapaci mediocri tutti i giorni, l’abuso è cronaca. Vogliamo dire che sono aumentati i predatori? Forse no, se è vero che la storia condanna tutti all’estinzione. È che anche al buio abbiamo cominciato a vedere.