Mercoledì 24 Aprile 2024

Predappio celebra la Marcia su Roma Una mostra ricorda la fine della libertà

Inaugurazione in un locale privato a ridosso del 25 aprile. Il sindaco di centrodestra: "Non ne sapevo niente"

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di Marco Bilancioni

PREDAPPIO (Forlì-Cesena)

Cent’anni, meno sei mesi e cinque giorni. È il tempo che è trascorso dalla marcia su Roma, l’atto con cui inizia il Ventennio di Benito Mussolini. Il suo paese natale, però, gioca d’anticipo e unisce in un unico weekend l’inizio e la fine del fascismo: domani s’inaugura una mostra dedicata al centenario, domenica mattina si radunano le camicie nere da tutta Italia per ricordare la morte del duce. E se i fan di Mussolini non ostentano più il saluto romano – da qualche anno portano la mano sul cuore –, tuttavia non fanno certo mistero delle loro convinzioni politiche. Diverso, invece, è il caso della mostra: si intitola O Roma o morte, ma gli organizzatori precisano che sarà "un evento fuori da ogni tono retorico, celebrativo o, ancora peggio, apologetico". E allora perché viene allestita in un ristorante?

Via Roma (a proposito della marcia...), civico 51. Questi sono l’indirizzo e il nome che prende in quel punto la strada provinciale del Rabbi, che collega Forlì a Predappio. Per chi sale dalla pianura, siamo a qualche curva dal centro del paese, tra i platani che la Soprintendenza anni fa salvò dal taglio, giudicando che facessero parte dell’aspetto con cui Mussolini voleva presentare il proprio paese ai visitatori. Lì c’è un ristorante. Si può sbirciare in anteprima? "No, l’allestimento è ancora in corso. Saremo pronti domattina". Promettono 160 opere, tra i quali il futurista Mario Sironi. L’opera simbolo, nella locandina, è la Marcia su Roma di Giacomo Balla. Ci sono "150 fotografie originali", "medaglie, armi bianche e da sparo, libri con giornali, riviste, sculture, divise originali e altri cimeli", provenienti da collezioni private. Saranno visibili fino al 5 novembre, una settimana dopo il centenario, dal venerdì alla domenica e nei festivi.

Ma il luogo che li ospita non è un museo. "Le pubbliche amministrazioni, a Predappio, hanno dimostrato in questi anni di avere di fatto le mani legate vuoi da timori opportunistici, vuoi da necessità clientelistiche, vuoi dalla mancanza di interesse a occuparsene", dice Francesco Minutillo, avvocato – un passato attivo nei partiti della destra a Forlì – e curatore della mostra insieme a Franco D’Emilio, ex funzionario del ministero dei Beni Culturali. Il sindaco Roberto Canali è il primo di centrodestra nella storia dell’Italia repubblicana: "Gli organizzatori non ci hanno chiesto nulla... Non ne ero a conoscenza fino a pochi giorni fa", spiega. E dire che proprio la casa natale del duce è diventata uno spazio espositivo. Ma attualmente è in corso una mostra sulla costruzione, durante il Ventennio, della cosiddetta “Predappio Nuova“. E poi qui l’ex Casa del Fascio doveva diventare un museo del Novecento. Ma i lavori sono indietro e il contenuto, a quanto pare, sarà meno impegnativo.

Dunque non restava che il ristorante. Tra i visitatori si prenota già Vittorio Sgarbi, che ha concesso il patrocinio tramite il proprio movimento politico Rinascimento (gli altri annunciati sono il sindacato Ugl, San Patrignano e alcune attività locali): "Sì, andrò a visitarla. Non si deve avere timore di parlare di Mussolini, così come fra cinquant’anni dovremo ricordarci cosa sta facendo Putin. La storia non va processata, ma studiata. E anche l’arte futurista ne fa parte". Di parere diverso Miro Gori, presidente dell’Anpi di Forlì-Cesena: "Se avrà carattere celebrativo, sono contrario".

Gli organizzatori, sotto l’egida della Fondazione Memoria Predappio, si richiamano piuttosto al "turismo storico culturale" e alla "serietà dell’indagine storica": "L’auspicio – spiega Minutillo – è che ci sia una comune presa di coscienza riguardo il fatto che è ormai trascorso un intero secolo da quell’evento. È ora che si guardi a quel periodo e a Predappio con la sana curiosità e la voglia di sapere che si deve normalmente nutrire nei confronti della storia". Aspetti ai quali, questa è l’accusa, le istituzioni non si sono interessate. Per Predappio, l’ennesima polemica nel nome del suo passato.