Covid, l'esperto: "Possiamo reggere solo fino a Natale. Il picco? 30mila casi al giorno"

La previsione del fisico Battiston. "Se non si accelera con le terze dosi a fine dicembre serviranno restrizioni"

L'epidemia di Covid in Italia

L'epidemia di Covid in Italia

"Bisogna essere ottimisti, i vaccini hanno contenuto i danni delle varianti e l’Italia regge. Ma è un discorso che vale fino a Natale, quando di questo passo è presumibile avremo 25-30mila nuovi contagi giornalieri: se le terze dosi non avranno ingranato e non sarà partita la campagna degli under 12, allora ci potrebbero essere serie difficoltà". La proiezione arriva dal fisico Roberto Battiston, maestro di numeri che un anno fa azzeccò il momento del picco di novembre. Il coordinatore dell’Osservatorio epidemiologico dell’università di Trento mette in guardia da un drammatico ostacolo: "I 7 milioni di non immunizzati sono una mina vagante, se di questi si ammalasse il 5-10% sarebbe un disastro peggiore della prima ondata".

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L’ondata attuale sarà grave o avremo gli strumenti per non intasare gli ospedali?

"In questo momento la frazione di infetti che finiscono in ospedale è del 2,5%, molto di meno rispetto a un anno fa, quando era del 7%. Se abbiamo gli ospedali scarichi – nonostante una risalita della curva che non dà segnali di frenata, con un ritmo medio di nuovi infetti di 7-8mila al giorno e una crescita media settimanale di 2mila contagi – è grazie all’79% di italiani vaccinati (sul totale), alle mascherine e al Green pass".

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In che fase siamo dunque?

"In una sostanziale normalità, ma con la stagione più fredda questo equilibrio è instabile. L’ondata è collegata a una società che funziona a pieno ritmo con un virus molto diffuso. C’è un fiume in piena contenuto da alti argini, ma il livello dell’acqua in aumento da 3 settimane ha iniziato a esondare".

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Quando toccheremo il picco?

"Mantenendo una crescita costante, che è ipotizzabile duri per diverse settimane, arriveremo a Natale con 25-30mila casi al giorno. E, sempre al ritmo attuale, il sistema ospedaliero reggerà l’urto. Per arrivare al 10% delle occupazioni in Terapia intensiva serviranno 5-6 settimane, mentre per quanto riguarda il 15% delle aree non critiche, ci vorranno circa 9 settimane".

Intanto, però, potrebbe scattare la corsa alle terze dosi.

"Sarebbe ottimo perché aumenterebbero le difese e la resistenza al Covid tornerebbe al 95% per i vaccinati. In più c’è l’aspetto della campagna degli under 12. Ma questi step non saranno istantanei, dovremmo arrivare a decine di milioni di terze dosi per sentire gli effetti. Serviranno settimane per implementare queste due misure che consentirebbero in poco tempo di abbassare l’epidemia. In più, l’ok dell’Ema e dell’Aifa per il vaccino ai bimbi non arriverà prima di dicembre".

A Natale quali sono i numeri che potrebbero mandare in tilt il sistema?

"Fino a metà dicembre la maggior parte delle regioni resterà bianca. In ospedale avremo numeri simili tra vaccinati e non vaccinati, ma con rischi molto maggiori per i no vax".

Quando potremmo uscire dall’incubo?

"Nel caso più ottimista, se completeremo le terze dosi e vaccinando i bimbi arriveremo all’88% di italiani coperti, scatterà l’immunità di gregge verso marzo-aprile. E anche per i non vaccinati questo si tradurrà in una forma di protezione, in quanto l’epidemia tenderà a spegnersi. Però, c’è un’altra ipotesi. Se l’epidemia si diffondesse tra i 7 milioni di non vaccinati, con un 5-10% di ammalati, il sistema sanitario sarà in ginocchio perché i numeri esplodono, come è avvenuto in Inghilterra e Germania".

L’ipotesi di vedere nuove zone gialle a breve è reale o siamo al sicuro?

"Un paio di regione del Nord-Est ci arriveranno presto".