Mercoledì 24 Aprile 2024

Ponte Morandi, gli inquirenti: "I sensori per il rischio di crollo erano rotti dal 2015"

L'impianto di monitoraggio strutturale non funzionava perché tranciato durante lavori. L'ipotesi è che si dovesse risparmiare sui costi di gestione

Veicoli abbandonati sul ponte Morandi il giorno dopo il crollo (LaPresse)

Veicoli abbandonati sul ponte Morandi il giorno dopo il crollo (LaPresse)

Genova, 21 novembre 2019 - Nuova incredibile scoperta nell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi. Il documento "di programmazione del rischio" - in cui nel 2014 venne scritto che il ponte Morandi era a "rischio crollo" - veniva compilato anche coi dati ricevuti dai sensori che Autostrade aveva montato anni prima. Ma, hanno scoperto ora gli investigatori, dal 2015 quell'impianto di monitoraggio strutturale non funzionava più perché tranciato da lavori sulla carreggiata. 

I sensori, dicono gli inquirenti, non erano stati sostituiti nonostante il Cesi e il Politecnico di Milano ne avessero consigliato l'installazione. Il sistema era stato poi inserito nel progetto di retrofitting, i lavori di rinforzo delle pile 9 e 10 che però non sono mai partiti perché nel frattempo il ponte è crollato, provocando 43 morti

Dal 2015, è il ragionamento della procura, il documento veniva compilato soltanto con le prove riflettometriche e non con altri sistemi di monitoraggio. Gli inquirenti sostengono che quel sistema forse non era sufficiente a capire le reali condizioni del Morandi. E allora, si chiedono, perché nonostante i sensori fossero rotti e ci fosse un unico sistema di monitoraggio, senza nemmeno entrare nei cassoni, il "rischio crollo" non era stato preso in considerazione?  Una delle ipotesi è che si dovesse risparmiare sui costi di gestione e che una chiusura parziale o totale della struttura potesse influenzare l'entrata nell'asset aziendale di nuovi soci cinesi e tedeschi. Intanto, domani sono previsti gli interrogatori di altri due indagati per l'inchiesta sui falsi report: il pubblico ministero Walter Cotugno ha convocato Serena Allemanni e Massimiliano Giacobbi, entrambi di Spea.

Autostrade per l'Italia

In merito alla notizia che filtra dagli inquirenti, Autostrade per l'Italia dichiara in una note. di "essere il primo soggetto interessato affinché vengano chiarite eventuali responsabilità, sia in sede di incidente probatorio che successivamente nell'ambito del processo". La società "ricorda che nessuna delle analisi svolte sul viadotto Polcevera, anche da qualificati soggetti terzi, aveva evidenziato allarmi sulla sicurezza dell'infrastruttura".

De Micheli: il ministero sapeva? Inaccettabile

Commentando invece la presenza del ministero alla riunione del 2015 in cui si evidenziò il rischio per il Ponte Morandi, la ministra dei Trasporti e Infrastrutture Paola De Micheli dichiara: "Ho letto quello che avete letto voi, il contenuto di quello che ho letto è per me inaccettabile. Anche intellettualmente incomprensibile".