Ponte Morandi, rischio meteo. Incubo alluvione tra le macerie

Probabili piogge nel weekend. Ancora a casa 750 dipendenti Ansaldo Ponte Morandi Genova, cda Autostrade: via libera a piano da 500 milioni

Genova, il ponte Morandi crollato (Newpress)

Genova, il ponte Morandi crollato (Newpress)

Genova, 22 agosto 2018 - Nubi nere incombono sulla valle del Polcevera dove ruspe e camion, ‘guidate’ dai Vigili del Fuoco per sviare i pericoli, giorno e notte rimuovono i macigni del ponte Morandi a Genova. «Possibili scenari con precipitazioni diffuse nel fine settimana; non si escludono fenomeni moderati o forti nella giornata di sabato», si legge nel bollettino speciale diramato da Arpal. La «predicibilità» è bassa, «centrare le previsioni con quattro giorni di anticipo è difficile ma settembre è alle porte e più ci avviciniamo più la probabilità di forti perturbazioni diventa elevata», spiega l’assessore regionale a Protezione civile e infrastrutture Giacomo Giampedrone.

 Cda Autostrade: via libera a piano da 500 milioni

Cinquemila metri cubi di detriti sono finiti nel Polcevera, oggi ce ne sono ancora almeno 2-3mila metri da portare via: formano una diga che il torrente si troverebbe a scavalcare in caso di piena. «I tecnici dicono che c’è ancora almeno una settimana di lavoro. Possiamo farcela se la Procura ci aiuta dissequestrando i pezzi ora vincolati – continua Giampedrone –. Altrimenti in caso di forti piogge dovremo fare sgomberare tutta l’area. Vorrebbe dire mettere in salvo la gente ma non le case e le aziende». Se lo squarcio nel cuore di Genova ha già elementi apocalittici, un’alluvione oggi rischia di far affogare una città ancora senza salvagenti. Intanto i Vigili del Fuoco ieri hanno sospeso il recupero delle macerie il tempo necessario al consulente tecnico della procura di repertare alcuni elementi strutturali del ponte.

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Il cuore economico di Genova ha i battiti rallentati, troppo. È stato rinviato di una settimana (per ora) il rientro al lavoro di circa 750 dei 2.600 dipendenti di Ansaldo Energia: la palazzina uffici e uno dei tre capannoni dello stabilimento di Campi sono dentro la zona rossa, la stessa che rischia anche di finire sotto acqua e fango se il Polcevera dovesse esondare. Paralizzate anche decine di piccole aziende dove si è potuto e solo recuperare rapidamente le attrezzature asportabili. Lì c’è anche l’incubatore di Filse, la Finanziaria Ligure per lo Sviluppo Economico. Per far crescere l’economia del futuro era stato scelto il Parco industriale nella zona di deindustrializzazione proprio perché a «10 minuti di auto dall’aeroporto e dall’autostrada e si caratterizza per la presenza di imprese di piccole e medie dimensioni operanti nei settori della meccanica, elettronica e servizi alla produzione». Oggi quelle indicazioni sul sito online suonano quasi beffarde.

Genova, il video del crollo del ponte Morandi nelle riprese delle telecamere di sicurezza

Nel greto del Polcevera il countdown è iniziato. La Protezione civile ha fatto inserire nell’ordinanza firmata lunedì dal capo dipartimento Borrelli l’onere a carico di Autostrade della rimozione dei detriti e la società pagherà direttamente l’arredo per le case provvisorie degli sfrattati. Ed è arrivata anche l’indicazione di aprire uno sportello all’interno della vicinissima Ikea dove salderanno subito il conto di chi sta cercando di ricostruirsi ‘un nido’ per ricominciare a vivere dopo che il ponte Morandi ha sbriciolato il passato. E non è caduto nel vuoto l’appello del sindaco Marco Bucci ai genovesi che possono di mettere a disposizione le loro case vuote: settanta lo hanno già fatto.

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